Matteo Salvini: chiederò ai parlamentari della Lega di votare sì per farmi processare

Il leader del Carroccio ancora una volta si dimostra uno stratega. Matteo Salvini annuncia. “Domani chiederò ai parlamentari della Lega di votare sì per farmi processare”. La notizia arriva attraverso un comizio a Cattolica in vista delle regionali in Emilia Romagna. Il Capitano su gioca il tutto per tutto. Salvini attende che il Parlamento si pronunci per la vicenda Gregoretti, la nave che l’allora ministro dell’Interno aveva bloccato per 3 giorni con a bordo 131 migranti al largo delle coste italiane. Ora invita i suoi a votare “per mandarmi a processo e la chiariamo una volta per tutte. Portatemi in Tribunale e sarà un processo contro il popolo italiano, e ci portino tutti in Tribunale. Così la decidiamo una volta per tutte se difendere i confini dell’Italia, la sicurezza e l’onore dell’Italia è un crimine oppure se è un dovere di un buon ministro. Non ho più voglia di perdere tempo o far perdere tempo agli italiani, nei tribunali ci sono delinquenti veri da processare mi mandino a processo, trovino un tribunale abbastanza grande perché penso che milioni di italiani vorranno farmi compagnia. Ma andate, cari giudici di sinistra, a beccare spacciatori e delinquenti e non rompete le scatole alla gente che lavora”. La Giunta per le immunità del Senato voterà domani, lunedì 20, sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini, accusato dalla procura di Agrigento di sequestro di persona per aver impedito, per tre giorni, quando era ministro dell’Interno, lo sbarco di 131 migranti tratti in salvo dalla nave della Marina Militare Gregoretti. La decisione, dopo giorni di polemiche politiche, è stata presa venerdì dalla Giunta del regolamento con il voto favorevole (e decisivo) della presidente del Senato Elisabetta Casellati. La maggioranza M5S-Pd avrebbe invece voluto rinviare il voto a dopo le elezioni regionali in Calabria ed Emilia Romagna per evitare che Salvini giocasse questa “carta” in campagna elettorale. Il leader della Lega ha sempre sostenuto di aver agito in sintonia con il governo, rispettando il contratto gialloverde.