A Milano la mostra Australia: storie dagli antipodi

Il PAC torna ad esplorare i continenti sulle tracce dell’arte contemporanea con la mostra “Australia. Storie dagli Antipodi”, portando a Milano fino al 9 febbraio 2020 una selezione di 32 artisti australiani, sia emergenti che affermati, appartenenti a diverse generazioni e background culturali. Promossa dal Comune di Milano|Cultura e prodotta dal PAC e da Silvana Editoriale, la mostra è curata da Eugenio Viola e realizzata grazie al sostegno di TOD’S, sponsor dell’attività annuale del PAC, con il contributo di Alcantara e Cairo Editore, grazie alla sponsorizzazione tecnica di Etihad e con il supporto di Vulcano. Gli Antipodi, secondo gli antichi Greci, erano gli abitanti di una ipotetica terra situata nell’emisfero meridionale e diametralmente opposta alla Terra conosciuta. In geografia, l’antipode di qualsiasi luogo della Terra è il punto sulla superficie terrestre diametralmente opposto ad esso. Antipodi è inoltre un modo comune di riferirsi all’Australia e alla Nuova Zelanda, utilizzato generalmente da chi vive nell’emisfero settentrionale. “Antipodes” (1985) è anche la prima raccolta di racconti brevi di David Malouf, una straordinaria collezione di storie legate all’Australia, che tracciano una metafora della condizione umana, sospesa tra il vecchio e il nuovo, la giovinezza e la vecchiaia, l’amore e l’odio, la vita e la morte. “Australia. Storie dagli Antipodi” è la più grande ricognizione sull’arte australiana contemporanea mai realizzata al di fuori del continente e racchiude un’ampia costellazione di pratiche e prospettive culturali, politiche e sociali. La mostra costituisce un viaggio metaforico all’interno del panorama multiculturale dell’arte contemporanea australiana, influenzato da storie personali, lingue, origini etniche, religioni e tradizioni eterogenee: dagli artisti afferenti alle molte culture aborigene e ‘First Nations’, a quelli che sono arrivati dal Pacifico, dall’Europa, dai paesi asiatici e dalle Americhe. Per molti di loro la diversità culturale, nonché le loro origini storiche e culturali, costituiscono un paradigma privilegiato di ricerca, uno strumento linguistico ed esistenziale che informa profondamente la teoria e la pratica del loro lavoro. Inserita nel percorso di ricerca del PAC teso a scardinare pregiudizi e costruire nuove interpretazioni attraverso l’arte, la mostra prende le distanze da qualsiasi idea stereotipata di ‘Australia’, evidenziando invece una serie di connessioni e suggerendo una narrazione caratterizzata dalla prossimità e dalla vicinanza. “Australia. Storie dagli Antipodi” è una mostra transgenerazionale: alcuni degli artisti invitati iniziano a lavorare negli anni Settanta, influenzando le generazioni successive. Numerosi gli artisti middle-career ed emergenti, il cui lavoro è stato visto più volte esposto, negli ultimi anni, in importanti mostre internazionali. Le opere selezionate utilizzano diversi mezzi espressivi quali pittura, performance, installazione, scultura, video, disegni e fotografia e sono state realizzate in un arco di tempo esteso, oltre ad includere alcuni interventi site specific ideati appositamente per la mostra. Diversamente provocatorie, politiche o poetiche, le opere trattano temi socialmente e politicamente impegnati in relazione a questioni di razza, genere e classe; ansie identitarie, individuali e collettive; problemi di conoscenza e azione; storie contestate e narrazioni represse; preoccupazioni derivanti dalla gestione di fenomeni di colonizzazione e decolonizzazione. Questioni tra loro molto differenti eppure ugualmente urgenti, legate al contesto australiano, che per induzione assumono risonanza globale, restituendo un panorama del nostro presente, ibrido, plurale e complesso. A gennaio il PAC ospiterà due lavori partecipativi dell’artista australiano Stuart Ringholt che esplora la funzione sociale dell’arte attraverso workshop collaborativi: per la prima volta in Italia il “Naturist Tour” (18 gennaio h 20:30) che consiste in una visita guidata alla mostra dove l’artista e i partecipanti saranno nudi per riscoprire la relazione dello spettatore con l’architettura e l’opera d’arte, e due “Anger Workshops” (16 gennaio h 18 e 20), nei quali i partecipanti guidati dall’artista impareranno semplici tecniche per esprimere lo stress e la rabbia. Un public program ispirato alle opere in mostra coinvolgerà come sempre grandi e piccoli avvicinandoli alla cultura australiana con laboratori per famiglie, favole, visite guidate gratuite settimanali e visite guidate con il curatore e altri ospiti speciali. Dal 19 gennaio al 2 febbraio il MIC Museo Interattivo del Cinema propone la rassegna “Viaggio in Australia – Il cinema racconta il Nuovo Continente”, 21 titoli di autori australiani e registi internazionali che hanno raccontato l’Australia sul grande schermo. ARTISTI Vernon Ah Kee, Tony Albert, Khadim Ali, Brook Andrew, Richard Bell, Daniel Boyd, Maria Fernanda Cardoso, Barbara Cleveland, Destiny Deacon, Hayden Fowler, Marco Fusinato, Agatha Gothe-Snape, Julie Gough, Fiona Hall, Dale Harding, Nicholas Mangan, Angelica Mesiti, Archie Moore, Callum Morton, Tom Nicholson (with Greg Lehman), Jill Orr, Mike Parr, Patricia Piccinini, Stuart Ringholt, Khaled Sabsabi, Yhonnie Scarce, Soda_Jerk, Dr Christian Thompson AO, James Tylor, Judy Watson, Jason Wing e Nyapanyapa Yunupingu. Il catalogo della mostra, edito da Silvana Editoriale, contiene testi critici del curatore Eugenio Viola e di Judith Blackall, Clothilde Bullen e Dunja Rmandic.