Quali cause provocano le piaghe da decubito?

L’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle persone che soffrono di patologie acute e croniche che le costringono a rimanere a letto ha reso le piaghe da decubito sempre più rilevanti nella pratica clinica quotidiana. Le lesioni da pressione – altra espressione con cui ci si può riferire a queste lesioni – non devono essere ignorate. La loro comparsa e le complicanze che possono seguire possono rendersi responsabili di un peggioramento delle condizioni cliniche del paziente. Conoscere le cause delle piaghe da decubito aiuta a capire quali sono le situazioni da evitare per ridurre sensibilmente il rischio di comparsa di queste lesioni tissutali.

Cause delle lesioni da pressione

Trattandosi di una problematica frequente, che compare sia nei pazienti ospedalizzati che nei pazienti allettati a domicilio, sono stati condotti svariati studi per approfondire il tema. Grazie alle ricerche scientifiche si è riusciti a capire quali sono le cause e qual è il meccanismo che porta alla comparsa di queste lesioni. La causa delle piaghe da decubito è la pressione costante che viene esercitata su una determinata area del corpo. Quando il paziente è allettato per lungo tempo, il peso del suo corpo esercita una pressione costante su una zona limitata e ciò innesca un meccanismo di sofferenza cellulare e tissutale. Le cellule per restare vitali hanno bisogno di un apporto di ossigeno e di nutrienti che sia adeguato al loro metabolismo. L’apporto viene normalmente garantito dal flusso sanguigno: la circolazione periferica consente lo scambio di nutrienti ed ossigeno mediante la diffusione attraverso i capillari. piaghe da decubito Quando il paziente resta allettato per settimane, la costante pressione esercitata dal peso corporeo determina un’alterazione della circolazione periferica nell’area che è sottoposta alla pressione. Le cellule di conseguenza non riescono a ricevere tutto l’ossigeno ed i nutrienti di cui hanno bisogno ed entrano in uno stato di sofferenza. A lungo andare questa sofferenza sfocia nella morte cellulare, con conseguente danno tissutale. Si viene così a creare l’ulcerazione della cute, che nelle fasi iniziali è limitata sia come estensione orizzontale, sia come altezza. Se la piaga da decubito appena formatasi non viene riconosciuta e la pressione continua ad essere esercitata sulla stessa zona, l’ulcera si espande e si sviluppa in altezza rapidamente, portando ad un danno tissutale sempre più marcato. Nelle zone in cui la cute è più sottile e l’osso risulta più superficiale è più facile che si abbia la formazione di una piaga da pressione. Bisogna fare particolare attenzione nelle aree a rischio, perché la probabilità che si formi un’ulcerazione è davvero alta nei pazienti allettati.

Prevenire le ulcerazioni da pressione

La causa responsabile della comparsa di queste lesioni tissutali è ormai chiara. Conoscendo la causa è anche possibile intervenire sulla prevenzione, evitando di dover poi curare un’eventuale ulcerazione o addirittura le sue complicanze, ad esempio le infezioni. La prevenzione è semplice, basta infatti evitare che il paziente allettato applichi la pressione sempre sulla stessa zona del corpo. Il consiglio è di far cambiare posizione al paziente e di utilizzare eventualmente dei particolari dispositivi che prevengono la formazione delle piaghe da decubito.