Scalea. Il sindaco Gennaro Licursi ai domiciliari per assenteismo

Secondo l’accusa timbrava il cartellino e spariva. Inventava missioni per conto dell’ufficio, godeva della copertura e dell’omertà dei colleghi dell’Asp. La Procura di Paola ritiene che il sindaco di Scalea, Gennaro Licursi, eletto in una lista civica in area centrosinistra, è un “furbetto del cartellino” seriale ed organizzato. I magistrati hanno chiesto e ottenuto per lui gli arresti domiciliari e la sospensione dell’esercizio di pubblico servizio. Il politico è finito nei guai con una pesantissima accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato e falsa attestazione della presenza in servizio, non l’attività da amministratore, ma quella da dipendente dell’Asp. La Guardia di Finanza, nell’ambito di un’indagine sulla presenza in servizio dei dipendenti pubblici, ha scoperto oltre 650 ore di assenze ingiustificate da parte del primo cittadino di Scalea. In base a quanto è emerso dall’indagine dei pm Maurizio De Franchis e del procuratore capo Pierpaolo Bruni, il sindaco spesso e volentieri si limitava a timbrare il cartellino per poi allontanarsi dall’ufficio e dedicarsi ad attività del tutto personali. Di tanto in tanto – accusano inquirenti ed investigatori – cercava di dare una parvenza di liceità alle sue ripetute assenze ed inventava “missioni” negli uffici distaccati della provincia per conto dell’Asp. Ci pensavano tre suoi colleghi di Cosenza, Amantea e Scalea, anche loro sospesi dal servizio, a coprirlo, attestando che la missione si fosse svolta regolarmente, nonostante Licursi non avesse nemmeno messo piede nei rispettivi uffici. Un quadro sufficientemente grave – spiegano dalla procura – da giustificare la richiesta di una misura cautelare come i domiciliari, concessi dal Gip, che ha anche autorizzato il sequestro preventivo di somme pari alle retribuzioni indebitamente percepite. “Le condotte criminose, accertate mediante l’installazione di telecamere all’interno degli uffici del Distretto sanitario del Tirreno di Scalea, analisi dei tabulati telefonici e monitoraggio con sistema gps – si legge nel comunicato – sono state ricostruite in maniera capillare, anche grazie ad un’accurata attività di pedinamento e sono state incrociate con i dati delle presenze giornaliere risultanti dalla macchina marcatempo. Il quadro che ne è emerso ha fatto rilevare la marcata disinvoltura con la quale gli indagati hanno agito e resa necessaria l’emanazione del provvedimento cautelare eseguito oggi”.