Produzione industriale e sostenibilità ambientale: l’olio diatermico

Quando parliamo di produzione industriale entriamo in un mondo estremamente vasto in cui convivono migliaia di diverse tipologie di imprese e processi produttivi. In questo periodo di rinnovata consapevolezza ambientalista affrontiamo il tema della produzione industriale sostenibile parlando di quei processi industriali in cui è necessario parecchio calore, dato che sono estremamente diffusi e spesso vengono accusati di essere altamente inquinanti. Quando per produrre serve calore, solitamente si usa una grande quantità di energia per generarlo, spostarlo e utilizzarlo dove serve. Tipicamente le fabbriche usano grandi caldaie a metano che bruciando il gas producono calore e scaldano al proprio interno l’olio diatermico: questo circola portandosi dal vaso di espansione verso l’utilizzo. Più raramente, per fortuna, viene bruciato petrolio o carbone.

L’olio diatermico

Con olio diatermico si intende un fluido che presenta una specifica caratteristica: può essere scaldato a temperatura molto elevata, fin oltre 300 gradi, senza evaporare né bruciare. Riuscendo a restare liquido a temperature così elevate, l’olio riesce a fluire nelle tubazioni ed essere impiegato per scaldare nel punto in cui si produce. Il calore infatti serve a una miriade di funzioni: viene impiegato dalle fabbriche alimentari alla produzioni di bitumi, alle lavanderie industriali…

L’impatto ambientale

“Gli oli diatermici un tempo erano sottoprodotti del petrolio, oggi invece la tecnologia consente la produzione di olii diatermici di origine sintetica che hanno caratteristiche di gran lunga migliori degli olii minerali di origine petrolifera. Gli olii sintetici hanno un costo leggermente superiore ma hanno una vita molto più lunga, possono essere rigenerati più facilmente e hanno un maggiore rendimento termico, per cui consentono un grande risparmio energetico. Tutte queste caratteristiche concorrono ad abbattere l’impatto ambientale di ogni fabbrica in maniera sostanziale. Se un impianto è anche sottoposto a manutenzione periodica infine, si ottiene davvero una rivoluzione ambientalista che sposa efficienza, competitività e rispetto dell’ambiente”: ci spiega Gilberto Tani, fondatore di Oil Service.

Ambiente e sicurezza

È dai tempi delle caldaie a vapore che l’uomo utilizza circuiti con fluidi in circolo per spostare calore, per cui i fluidi diatermici hanno una grande storia alle spalle. Tuttavia queste pratiche tradizionali portano con sé un retaggio di antiche cattive abitudini difficili da sradicare, ed è proprio la mancanza di aggiornamento che fa più male all’ambiente. Gestire un impianto a olio diatermico significa spesso maneggiare 10 o anche 20 mila litri di olio altamente inquinante. Si tratta di un vero e proprio rifiuto speciale (non pericoloso ma ripetiamo molto inquinante) soprattutto se versato per errore nelle acque. Sapere di poter rigenerare una carica intera di olio anziché doverla sostituire, poter filtrare il fluido per farlo tornare efficiente quindi, significa far risparmiare all’ambiente 2 tir di rifiuti inquinanti. Inoltre un impianto ben manutenuto è anche un impianto sicuro per i lavoratori. Quando infatti circola del materiale infiammabile, ad alta pressione e a 300 gradi, è evidente come un piccolo errore potrebbe essere fatale per tante persone, ed anche un minimo cedimento dell’impianto potrebbe causare una vera e propria tragedia.

La legislazione

Come tutti i settori delicati, anche questo presenta molti obblighi di legge per le imprese che utilizzano questo tipo di impianti. Le aziende sono tenute ad effettuare degli specifici tipi di analisi sui fumi emessi dalle caldaie, per dimostrare che i gas immessi in atmosfera siano all’interno dei limiti prestabiliti. Gli impianti devono essere sottoposti a manutenzione periodica e l’olio deve rispondere a specifici parametri stabiliti in sede internazionale. In particolare il punto di fiamma e quello di autoinnesco devono essere superiori alla temperatura di lavoro per garantire l’incolumità dei lavoratori. Infine il carico e scarico dell’olio va fatto eseguire ad aziende specializzate in grado di garantire la sicurezza delle operazioni, il corretto smaltimento degli oli esausti e la certificata origine dei nuovi olii, affinché non accadano più i disastri ambientali che spesso hanno funestato fiumi e laghi italiani negli ultimi anni.