“Sensurround” é il nuovo album del Trio Bobo in uscita venerdì 18 ottobre

Milano. «Elio e Le Storie Tese sono sciolti ma siamo ancora attivi come etichetta: ci hanno chiesto l’inno della pallavolo femminile e per il momento non ci sono altri progetti». Lo ha detto Faso alla presentazione del terzo album “Sensurround” del Trio Bobo di cui fa parte insieme a Christian Meyer e Alessio Menconi (è all’estero), in uscita venerdì 18 ottobre. «Ho fatto conoscere a mio figlio di 17 anni James Brown ma è ghettizzato anche non lo trattano male – ha affermato Faso – Oggi i ragazzi non ascoltano la musica che facciamo noi e me ne rendo conto quando li porto in macchina: vivono una realtà di musica attuale, anche se mi raccontano che ascoltano Earth Wind & Fire».

Il Trio Bobo è la somma di tre anime il cui risultato è maggiore del valore delle singole parti: l’album riassume tutte le influenze musicali che formano il DNA del Trio: jazz, rock, blues, progressive, funk e anche un po’ di discomusic, il tutto condito con spezie estratte da ritmi africani. «È un disco di jazz rock africano – ha accennato Chris – Ci sono alcuni brani più commerciali ed è un disco fatto in tanto tempo perché volevamo avere un bel risultato». Il Trio Loco si è formato parallelamente a Elio e Le Storie Tese ma con altri intenti. «Siamo partiti per divertirci nei locali – ha precisato Chris – Cerchiamo di portare avanti una musica ben composta e registrata ‘live’ da musicisti in carne e ossa, come si faceva negli anni settanta». Ospite nei due bani “Batterista Bobo” e “Bulinka party” è Stefano Bollani. «Che ci fa Bollani nel nostro disco? – Si è chiesto Faso – L’abbiamo chiamato per fargli suonare un piano Fender Rodhes e alla fine ci ha giocato anche lui: appena l’ha saputo, ha caricato il Fender su una vecchia Land Rover e si è precipitato a Bulinka per suonare con noi».

Ospite anche la straordinaria cantante flautista indiana Varijashree Venugopal in ben sei brani. «Tutti gli artisti prima o poi vanno in India, come fecero i Beatles ai loro tempi, scoprendo il sitar – ha confidato Faso – Noi abbiamo fatto il contrario e portato una indiana in Italia». “Ghetto” è il singolo che accompagna l’uscita dell’album. «È nato da ‘sound cheek’, una prova fatta mentre ripassavamo i pezzi da fare in studio – ha rivelato Chris – Ne parlano gli attuali rapper e trapper, anche quelli che non provengono da nessun ghetto. In Italia, ma anche nel mondo, ci sono imbecilli che ricoprono ruoli di potere e sono infastiditi dalle persone di culture e popoli diversi dalla loro. Per stare tranquilli metterebbero tutti in un ghetto. Noi del Trio, e anche Varijashree, siamo contrari a tutti i ghetti e lo cantiamo insieme in questa allegra canzoncina. Potrebbe essere un gancio per farla ascoltare agli amici di mia figlia quando li porto in macchina, essendo un pochino popolare». Il Trio Bobo è tornato con questo disco con lo scopo di arrivare anche ai giovani. «La musica deve arrivare nell’orecchio e poi dire mi piace o non mi piace – ha fatto notare – Il problema è che la nostra musica manca di una cultura di ascolto». Il titolo dell’album viene dal sistema sonoro per il cinema brevettato negli anni settanta dalla Universal, il cui effetto era quello di “circondare” gli spettatori con le basse frequenze, rendendo la visione del film molto più intensa e reale.