Il sentiero dei figli orfani di Giovanni Capurso

Il sentiero dei figli orfani di Giovanni Capurso è un romanzo che accompagna per mano il lettore in una storia semplice e poetica, in una vicenda di vita vissuta in cui in tanti si potranno rispecchiare. Nel racconto della gioventù di Savino Chieco vi è infatti tutta la forza e la bellezza di quel luminoso periodo della vita, ma anche tutta l’incertezza di chi è in bilico tra due fasi dell’esistenza, di chi ha da poco sperimentato la crudezza della realtà ma non ha ancora gli strumenti per fronteggiarla. Savino ormai adulto ripensa con nostalgia al suo passato, a quella “curiosa creatura” dickinsoniana che lo aggredisce con la sua vividezza, con le sue domande senza risposte, con il suo carico di dolore non ancora metabolizzato. Ricorda la semplicità del suo paese, San Fele, in cui la vita scorreva al ritmo della natura, e ripercorre un’estate fondamentale per la sua crescita, un’estate in cui per la prima volta conosce da vicino la morte, e l’amore. La soglia che la madre lo spinge ad attraversare, per entrare nella stanza in cui riposa la salma della nonna, è infatti il confine che di lì a poco Savino supererà per iniziare a costruire la propria identità. La morte è per i bambini qualcosa di troppo lontano, un evento che non può toccarli personalmente; rendersi conto che invece fa parte della vita di tutti è il primo trauma che permette di crescere. Il primo amore è una devastazione dei sensi, e al pari della morte porta nella vita un senso di precarietà che confonde le labili certezze di Savino. Il romanzo è il racconto del passaggio, non privo di conseguenze, che dalla fanciullezza porta all’adolescenza, vissuto da un ragazzo che si sente imprigionato in un’esistenza che non gli appartiene, in un luogo in cui non c’è futuro. Savino vuole conoscere il mondo, vuole vedere il mare, quella distesa sterminata in cui sfocia il fiume sulle cui rive ha giocato fin da bambino, lo stesso fiume che rappresenta il limite dei suoi sogni di libertà. Una libertà incarnata nel personaggio di Adamo, che, come il suo illustre omonimo, non ha più una casa ed è in continuo viaggio alla ricerca di un posto a cui appartenere. Il sentiero dei figli orfani è un romanzo che ricorda agli adulti quali sogni splendevano nei loro giovani cuori; un’opera che riflette sulla situazione ancora attuale dei ragazzi che sono costretti ad emigrare dai loro paesi per potersi costruire un futuro dignitoso. Una delicata riflessione sul tempo che passa, sui desideri sfumati e sull’importanza di ritornare sui propri passi per chiudere un cerchio, per comprendere il proprio percorso e non sentirsi più orfani della propria terra. Giovanni Capurso (Molfetta, 1978) è docente di Filosofia e Storia, giornalista e scrittore. Ha pubblicato i romanzi di formazione Nessun giorno è l’ultimo (Curcio Editore, 2015), La vita dei pesci (Manni Editori, 2017) e Il sentiero dei figli orfani (Alter Ego Edizioni, 2019). Scrive regolarmente per numerosi periodici e blog. Alter Ego Edizioni è una casa editrice fondata nel 2012 a Viterbo da Danilo Bultrini e Luca Verduchi. Attiva inizialmente sul territorio della Tuscia e del Lazio, dal 2014 ha esteso il proprio raggio d’azione a tutta l’Italia, ed è distribuita a livello nazionale. I romanzi di Alter Ego raccontano gli uomini e le donne di oggi, la nostra società. Particolare attenzione viene riservata al tema del “doppio”. Si tratta di una ricerca che la casa editrice porta avanti utilizzando vari generi letterari: dal romanzo di formazione al romanzo psicologico, passando attraverso il distopico e il romanzo umoristico, fino ad arrivare al giallo e al thriller. Dal 2019 la casa editrice aprirà alla pubblicazione di autori contemporanei stranieri.