Roma. Il sardo Davide Marasco ucciso dal pirata Naim Xhumari

Il suo cuore ha smesso di battere lungo via Casilina. Davide Marasco era un grande lavoratore di 31 anni. Da un decennio lavorava come fornaio. Aveva un figlio. Si muoveva in moto in attesa che gli venisse consegnata l’auto nuova. Ma il suo destino si è compiuto per mano di un pirata della strada. Naim Xhumari, albanese, ha centrato Davide Marasco tra la Casilina e via Silicella. La vittima procedeva in direzione del centro, chi lo ha ucciso era diretto verso Tor Bella Monaca. I rilievi di legge sono stati eseguiti dalla polizia locale del VI Gruppo. L’albanese di 49 anni con precedenti di polizia, anziché fermarsi si è lanciato a tutta velocità sulla consolare, sfrecciando contromano sotto il cavalcavia del Gra. Ha quasi centrato un altro automobilista, che dopo una manciata di metri ha notato il corpo di Davide e ha chiamato i soccorsi, arrivati dopo pochi minuti. Mentre i sanitari del 118 cercavano di rianimare il fornaio, gli agenti delle volanti e del commissariato Casilino hanno rintracciato il pirata in via di Giardinetti. Era fermo sulla sua auto con la parte anteriore ridotta a un ammasso di lamiere. È sceso dall’abitacolo e ha aggredito i poliziotti, rifiutandosi di sottoporsi ai test su alcol e droga. Alla fine è stato accompagnato al policlinico di Tor Vergata. Sei ore dopo l’incidente aveva ancora un tasso alcolemico superiore ai limiti di legge. Gli investigatori del Commissariato Casilino lo hanno anche denunciato per resistenza a pubblico ufficiale. Nel frattempo la notizia della morte si è diffusa. I primi a saperlo sono stati i colleghi. Davide è morto a 200 metri dal posto di lavoro. La sua attuale compagna è stata svegliata nel cuore della notte da un sms inviato tramite la scatola nera dello scooter. Ha vissuto momenti d’angoscia fino a quando i vigili le hanno comunicato cosa era successo. Davanti alla camera mortuaria del policlinico di Tor Vergata erano in tanti a piangere questo ragazzone, nato a Sassari ma romano d’adozione.