Armi per difesa personale: la Lega punta ad agevolare l’acquisto

In Italia è piuttosto complicato possedere un’arma da destinare alla difesa personale. La Lega di Matteo Salvini punta ad agevolarne l’acquisto. “Rendere più agevole l’iter per acquistare un’arma destinata alla difesa personale, aumentando da 7,5 a 15 joule il discrimine tra le armi comuni da sparo e quelle per le quali non è necessario il porto d’armi”. E’ l’obiettivo contenuto nella relazione che accompagna il provvedimento, di una proposta di legge presentata alla Camera dalla deputata della Lega Vanessa Cattoi. “Procurarsi un’arma da fuoco, nel nostro Paese non è un’operazione molto semplice, almeno per chi vuole farlo nel rispetto delle norme vigenti” perché “le licenze concesse per la detenzione di armi in casa sono poco più di 5 milioni, il che significa che un italiano su dieci è in condizioni di utilizzare un’arma, anche se il numero delle licenze che consentono a coloro che le acquistano di portarle con sé è largamente inferiore. Non solo, ma in Italia esistono norme molto restrittive anche sull’acquisto di cartucce e di munizioni”. Sono le osservazioni della Cattoi. La deputata leghista aggiunge che “ai sensi della normativa vigente, sono considerate armi comuni da sparo, oltre ai fucili, alle rivoltelle e alle pistole a funzionamento semiautomatico, anche le armi denominate ‘da bersaglio da sala’, quelle ad emissione di gas, nonché quelle ad aria compressa o gas compressi, i cui proiettili eroghino un’energia cinetica superiore a 7,5 joule. Per acquistare un’arma dotata di potenza inferiore le procedure sono molto semplificate, in quanto è sufficiente aver compiuto la maggiore età ed esibire un documento d’identità in corso di validità”.