Cosa c’è meglio di un sì

“…… e penso a un – sì – un sì
alla dolcezza, alla serenità.
Un – sì- al ti amo, alla vita.
Tutto dipende da te,da con quali
occhi guardi la vita che in qualsiasi
momento può essere onda bastarda
che sommergendoti ti annega, o come
macigno schiacciarti… la vita è
come tu la fai, è come tu la vivi
tutto dipende da te! “
Calafiore Vincenzo

Non è facile oggi –vivere- non è facile neanche –amare,o poter amare- perché ad entrambi manca un fondamentale, manca un – sì – !
Manca il –sì- alla vita, all’amore.
Per amare se stessi e la vita ci vuole il coraggio di essere se stessi senza una maschera, senza inganno.
Per meglio amare è necessario avere la capacità di stare soli con se stessi, senza avere bisogno dell’altro per sopravvivere, in caso contrario la percezione della “ mancanza” verrebbe a creare una scelta coatta che verrebbe a determinare una – dipendenza – .
Capita così, o potrebbe capitare che nei periodi o tempi lunghi nei quali non si vive o non si ha una storia d’amore la sensazione di solitudine potrebbe esplodere, talvolta sentirla intollerabile e per sbarazzarsene si fa di tutto per incontrare l’anima gemella.
E’ capitato di vedere una coppia giovane di sposi o di due con una storia d’amore, in pizzeria… sono stati tutto il tempo ognuno appartato nel suo mondo con quel maledettissimo telefonino in mano a scrivere chissà a chi.
Non hanno trovato il piacere ne l’uno ne l’altra di allungare una mano per accarezzare o tenere l’altra, di parlare, di guardarsi negli occhi, di dirsi ti amo o la qualunque cosa.
Hanno pagato ognuno la propria parte e poi via uno distante dall’altra sempre con quel telefono in mano.
Ma questo accade purtroppo nelle coppie di fatto. Purtroppo non esistono più gli –uomini – non quelli che scegliendo una donna con lei parlavano di certezze e di futuro; oggi c’è la cosiddetta – convivenza – è più facile, è più economica.
Più facile perché ci si può mandare –affa- immediatamente.
Economica perché per dirsi ciao non c’è bisogno di un legale, non c’è la necessità della condivisione di un unico conto… meglio conti separati e spartizione delle spese ….
Ma… la notte… se dovesse capitare di – copulare o fare una copulazione – c’è un tariffario, c’è il lasciare il denaro sul comodino… ? Insomma cosa c’è… che cosa porta due alla copulazione? Forse la necessità? Ma se sarà così che bisogno c’è di una vita assieme fatta di estraneità, di divisioni, di contributo, senza amore, senza unione… o è meglio sarebbe una sana solitudine piuttosto che rovinarsi una vita?
Quindi spinti dall’insano impulso ad –accoppiarsi – si finirà per commettere l’errore di scambiare per buono ciò che non è, finendo così in relazioni difficili e infelici, talvolta addirittura mortali o scellerate.
Quindi la colpa è anche della donna che acconsente … per paura della solitudine?
Tuttavia, a volte la paura dell’amore, la fretta di incontrarlo conducono all’errore, paura del sentimento, paura di non trovarlo in tempo, non si sa perché per cosa; più spesso per avere un figlio, altre per accasarsi e fare una vita … diciamo tranquilla e si finisce per barattare un sogno, una vita, la libertà per una pseudo felicità inesistente.