Ovada. Omicidio di Massimo Garitta: Aurela Perhati ha confessato

Aurela Perhati, 24 anni di origini albanesi, è la presunta omicida di Massimo Garitta. L’uomo di 53 anni è stato trovato morto in un campo alla periferia di Ovada (Alessandria) a Capodanno. L’ha ucciso investendolo con la sua utilitaria dopo un breve tragitto sull’auto insieme. Dopo un lungo interrogatorio avrebbe confessato di avere investito la vittima, ma non la volontà di ucciderla. Un gesto dettato dall’ira, pare per un’offesa ricevuta durante un litigio. Ma il movente resta ancora tutto da definire. Alcuni testimoni avevano visto la coppia sull’auto, una Ypsilon di colore scuro, nel centro di Ovada, nel primo pomeriggio di martedì scorso. Poco dopo il corpo di Garitta, 53 anni, disoccupato, seguito dai servizi di igiene mentale e da un assistente di sostegno, è stato scoperto in un campo lungo la strada provinciale verso la Liguria, con le tracce di un investimento e i segni delle ruote di un’auto marcate attorno. A notare il cadavere era stato un passeggero di un treno regionale Genova-Acqui Terme. Aurela Perhati abita con i genitori, in Italia da 22 anni, e una sorella più giovane a Ovada. Fino a poco tempo fa lavorava come commessa, era in cerca di un’altra occupazione. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Alessandria e della compagnia di Acqui Terme, che hanno condotto le indagini coordinate dalla Procura di Alessandria, sono risaliti a lei grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza e alle testimonianze raccolte. L’elemento decisivo è stato il marchio di fabbrica della marmitta della Ypsilon della giovane donna, rimasto impresso sul giaccone della vittima. Numeri, lettere e logo ben distinguibili di una marmitta su diversi modelli del marchio Fca. L’incrocio di questi dati tecnici e dei filmati con le testimonianze di due ovadesi hanno portato gli investigatori a restringere via via il campo fino all’individuazione della sospettata. Il provvedimento di fermo è scattato dopo le ammissioni fatte dalle giovane.