Milano. Piano integrato per combattere la segregazione scolastica

Dal ridisegno dei bacini di utenza all’integrazione dell’offerta formativa, dal rinnovo degli spazi dell’apprendimento al dimensionamento, dal sostegno a progetti speciali alla realizzazione di una rete di collaborazioni stabile. La Giunta ha approvato le linee di indirizzo per promuovere ogni attività possibile per il rafforzamento e la riqualificazione della rete scolastica con l’obiettivo finale di ridurre i fenomeni segregativi. La delibera approvata nasce per riunire in un piano integrato e continuativo tutti gli interventi su cui il Comune di Milano può ancora adoperarsi e le azioni già avviate negli scorsi mesi: come, per esempio, il Protocollo per realizzare ambienti di apprendimento all’avanguardia e flessibili, la gara pubblica comunitaria da 2 milioni di euro per la fornitura di arredi e complementi di arredo in linea con il “Piano di innovazione didattica e del successo formativo”, l’aumento dei fondi destinati alle scuole primarie e secondarie di primo grado per piccoli interventi urgenti, l’adesione al protocollo per introdurre una sperimentazione didattica ispirata al ‘Metodo Pizzigoni’ nelle classi prime della Scuola primaria Radice di via Paravia 83, l’avvio del progetto Scuole aperte e della newsletter dedicata a dirigenti, insegnanti ed educatori per mettere in rete le esperienze positive del territorio e far conoscere tutto quello che la città offre ai più giovani dentro e fuori dalle scuole. “Unire i nostri sforzi con quelli di tutte le istituzioni coinvolte, municipi, Ufficio scolastico territoriale e regionale e autonomie scolastiche, per far fronte al cosiddetto fenomeno del White flight – dichiara l’assessore all’Educazione e Istruzione Laura Galimberti –, riequilibrando e armonizzando la rete scolastica, è l’obiettivo principale delle linee di indirizzo che abbiamo appena approvato. Vogliamo che la presenza di studenti stranieri nelle scuole diventi un’opportunità per tutti, un elemento di ricchezza, felicità e attrattività e non più una condizione che porta tante famiglie a scegliere scuole più lontane dai luoghi di residenza”. A Milano, dal 2000 al 2017, la percentuale dei residenti stranieri in fascia d’età compresa tra i 6 e i 13 anni è passata dal 10,5% al 24,2%. Di conseguenza anche la composizione della popolazione scolastica è mutata: ad oggi infatti nel sistema scolastico pubblico statale di Milano, per quel che riguarda il primo ciclo della scuola dell’obbligo (75 autonomie), sono il 27,3% gli studenti di cittadinanza straniera nelle 143 scuole primarie (in totale sono 47.005 gli iscritti), di cui il 74,2% nato in Italia, e il 25,7% nelle 92 scuole secondarie di primo grado (in totale sono 29.801 gli iscritti), di cui il 60,9% nato in Italia. Come un recente studio del DAStU del Politecnico di Milano ha rilevato, i mutamenti degli ultimi decenni hanno fatto cambiare le dinamiche di scelta delle famiglie, in particolar modo da quando i bacini d’utenza sono diventati solo indicativi, portando alla formazione di gruppi relativamente omogenei di allievi nelle scuole, che risultano talvolta addirittura accentuati rispetto ai residenti nei territori di riferimento. Per intervenire e cercare di contrastare questo fenomeno sono due le strade da intraprendere, in collaborazione tra tutti gli enti coinvolti: l’incremento del numero degli iscritti nelle scuole sottoutilizzate o in calo d’utenza, così da valorizzarne la struttura e scongiurare il rischio della chiusura, e la correzione delle dinamiche di segregazione, rendendo per quanto possibile la scuola specchio reale del territorio cittadino in cui sorge. Per raggiungere questi risultati, il Comune porterà avanti sia la riorganizzazione dei bacini d’utenza che, anche se non prescrittivi, possono indirizzare le scelte delle famiglie, sia i piani di dimensionamento degli istituti comprensivi.