“La base”, il nuovo album di Gianni Carboni

In momento storico in cui sicuramente ha buon senso cercare delle nuove sperimentazioni mettendo da parte anche le proprie origini e le proprie esperienze pregresse trova uno spazio interessante il nuovo lavoro di Gianni Carboni dal titolo “La Base”. Una vena rock che si rintraccia senza molte difficoltà all’interno di un tessuto elettronico che accompagna tutta la track list dell’album. Sicuramente un gesto coraggioso in un mondo musicale, soprattutto quello indipendente, emergente dove i media non aiutano a ritagliare molti spazi specialmente per chi non si adegua agli standard. L’elettronica è usata bene e ben si coagula con i testi in italiano, forse un po meglio con il parlato in inglese. Le melodie sono fruibili e ad un pubblico attento, dopo un paio di ascolti di rodaggio, riescono sicuramente ad infondere delle gradevoli sensazioni. I testi parlano di incoerenza, di città frenetiche, di cambiamenti, di contraddizioni, di tumore, di vincere perdendo, di bambini che sorridono e anche di mafia, mettendo in risalto il mestiere del cantautore. Quale sarà la destinazione d’uso di questo album e il suo bacino d’utenza non riusciamo a prevederlo, visto anche le difficoltà che il mondo della nuova musica indipendente attraversa, ma quello che possiamo dire con certezza e che ci sono delle capacità evidenti e un chiara incoscienza del rischiare, elementi che insieme al coraggio e alla vena artistica possono sicuramente fare la differenza. Sarei un po più attento nella reinterpretazione delle cover. Non tutte possono essere stravolte ai minimi termini e un brano come Message in a bottle, può suonare solo come è stato creato, qualsiasi altro arrangiamento non gli rende giustizia. Per quanto riguarda la domanda il Rock è morto? La mia personalissima ma convintissima risposta è: sicuramente no! Diamo un bravo a Gianni Carboni.