La rivoluzione Netflix è solo agli inizi: tutte le novità

La rivoluzione Netflix è tutta da vivere. La Mostra di Venezia si dimostra, per il terzo anno consecutivo, un evento aperto alla novità, multimediale e progressista accogliendo quel futuro produttivo di Netflix, che si preannuncia sempre più imponente in grado di competere con i grandi studios di Hollywood. Il capo dei contenuti di Netflix, Ted Sarandos, il 16 ottobre 2017, due settimane prima dell’uscita di Bright (costato 90 milioni), discuteva con convinzione dell’enorme potenziale del cinema sulla piattaforma streaming. A quasi un anno, al netto di 80 progetti originali totali in uscita nel 2018, Netflix non ha ancora una vera e propria hit cinematografica, mentre sul lato TV può contare sul successo mediatico o culturale di Stranger Things, 13, The Crown, Orange is the New Black o Narcos. L’influenza delle produzioni televisive della piattaforma è indiscutibile. A estimonianza di questo ci sono 112 nomination agli Emmy Awards. Lato cinema, invece, il discorso cambia e al momento non decolla. Sembra però che la narrativa del secondo semestre stia per cambiare, così come il futuro prossimo di Netflix. Infatti la compagnia ha raggruppato una serie di titoli originali per un’uscita consequenziale nei mesi da settembre a dicembre, e non solo sulla piattaforma. Sono Roma di Alfonso Cuaron, The Ballad of Buster Scruggs dei fratelli Coen e 22 July di Paul Greengrass, tutti film che saranno tra l’altro presentati al Lido di Venezia. Cinema d’autore, forte di una componente stilistica riconoscibile e apprezzata, culturalmente rilevante. Non cinema mainstream tout court, ma l’anello di congiunzione perfetta, che va anche a rafforzarsi con l’Hold the Dark di Jeremy Saulnier. Film importanti e attesi che dimostrano come Netflix investe anche sulla qualità. Il capo della divisione cinematografica, Scott Stuber, ha infatti spiegato come il piano produttivo di Netflix stia evolvendo verso investimenti sempre più milionari, così da poter arrivare a sfidare direttamente i grandi studios di Hollywood. Entro la fine del 2019 assisteremo a una semi saturazione del settore, con l’introduzione delle piattaforma DC Universe (guidata dalla Warner) e di Disney Play. Verrà creata una diretta concorrenza tra le grandi major e i servizi già esistenti come Netflix o Amazon Prime Video. In lavorazione ci sono The Irishman di Martin Scorsese (che uscirà anche in sala e costato più di 100 milioni di dollari) e 6 Underground di Michael Bay, il cui budget arriva a toccare una cifra che oscilla tra i 150 e i 170 milioni di dollari, 30 dei quali rappresentano il cachet di Ryan Reynolds, che diventa così l’attore meglio pagato di Netflix.