E’ già finito il Milan cinese: lunedì 4 giugno il club passa ad Elliott

Mister Li sta per diventare il passato del Milan. Decisiva la sentenza della Consob cinese. La holding del proprietario del Milan ha tenuto nascosto il dissesto, precedente all’acquisto, un anno fa, del club da Fininvest per 750 milioni. Sia il cda rossonero che il fondo Elliott hanno messo scadenze. Yonghong Li sta facendo di tutto per raccogliere 10 milioni di aumento di capitale. L’Uefa ha negato il patteggiamento, con rischio di esclusione dalle coppe. I consiglieri del Milan, responsabili verso la società, hanno spedito all’azionista una lettera in cui lo invitano a versare entro lunedì 4 giugno 10 milioni. È un fatto tecnico molto importante. E’ l’atto formale che innesca l’iter in cui si inserisce la nuova clausola, valevole d’ora in poi per tutti gli aumenti di capitale. Se Li non bonifica i 10 milioni entro lunedì, se ne fa carico il fondo USA e a quel punto scattano i termini finali (dovrebbero essere 15 giorni) concessi al cinese per rimborsare Elliott. “Bucando” anche questa scadenza, gli americani, in largo anticipo su ottobre, possono esercitare tutte le garanzie e prendersi il Milan a 350-360 milioni (valore del prestito più interessi). Si applicherebbe la nuova clausola approvata senza troppa pubblicità dall’assemblea degli obbligazionisti il 2 maggio: “Nuovo event of default”. Da aprile 2017 nessuna rata in scadenza ha testato la solvibilità cinese perché il prestito di Elliot prevede il rimborso, capitale e interessi, tutto alla fine. Adesso c’è la mini-prova sugli aumenti di capitale (25-26 milioni entro giungo). Difficile che Yonghong Li scivoli per pochi milioni, ma le mosse di Elliott e del cda tracciano un sentiero stretto. La China Securities Regulatory Commission, la Consob cinese, ha nel frattempo chiuso l’inchiesta (preannunciando sanzioni al prestanome di Li) sulla Jie Ande, la holding del numero uno del Milan da poco fallita. Jie Ande è il principale azionista di una società quotata e ha tenuto all’oscuro il mercato delle inadempienze con le banche e del proprio dissesto, fin dall’inizio del 2017, quando ancora doveva chiudersi l’operazione Milan.