Etichette alimentari, tra marketing e normativa: ecco come muoversi
Il percorso normativo, soprattutto comunitario, che regolamenta le etichette alimentari è in continua evoluzione. Da un lato l’esigenza del consumatore di sapere cosa mangia, dall’altro quella delle autorità preposte alla prevenzione delle frodi o delle contaminazioni alimentari, hanno prodotto nel corso degli anni una rapida evoluzione della normativa all’insegna della trasparenza. L’etichettatura del prodotto è a tutti gli effetti una fase della lavorazione, che garantisce tracciabilità e rintracciabilità su tutta la filiera, a garanzia dei consumatori ma anche di chi produce o commercializza che può dimostrare che la responsabilità di un’eventuale difetto sia riconducibile al reale responsabile e non al prodotto stesso ad esempio.
Che cosa va scritto sulle etichette alimentari?
L’ultima novità rilevante in materia è stata l’introduzione obbligatoria in etichetta degli allergeni presenti nei prodotti confezionati, sono ben 14 e vanno evidenziati in maniera tale che siano immediatamente percepibili dal consumatore. Gli allergeni vanno a completare, per ora, un elenco molto articolato di informazioni che vanno apposte in etichetta. Oltre al peso netto ormai troviamo obbligatoriamente l’etichetta nutrizionale in cui è specificata la quantità e qualità dei grassi presenti oltre al loro apporto calorico e la quantità di carboidrati per singola porzione. Per le carni fresche, suine o ovine, caprine o volatili, è obbligatoria dal 2015 l’indicazione di origine. Ci sono poi i tipi di oli e grassi utilizzati nella lavorazione, il produttore, ossia il responsabile del prodotto commercializzato. Per pasta e riso, da quest’anno, è scattato l’obbligo di indicazione dell’origine della materia prima. Ovviamente in etichetta c’è la data di scadenza, in due formati: “da consumarsi entro” per i prodotti freschi, “da consumarsi preferibilmente” o spesso in inglese “best before” per i prodotti secchi che oltre quella data non rappresentano un pericolo ma non danno più l’apporto nutrizionale indicato in etichetta. Anche il lotto del prodotto va indicato. La continua revisione delle etichette alimentare è ormai sempre più parte integrante del lavoro del produttore e di che commercializza o somministra i prodotti. Ovviamente le etichette devono rispondere a precisi requisiti che riguardano la dimensione e la forma del testo, ma per motivi commerciali devono anche rispondere e integrarsi al meglio con il packaging aziendale. Spesso è utile rivolgersi a dei professionisti che progettano e revisionano le etichette, le aggiornano con le informazioni nuove da inserire, sui fornitori ad esempio, oppure possono fornire una consulenza sulla tipologia di etichetta da utilizzare in rapporto ai diversi target di mercato. Il processo di etichettatura risponde alle esigenze di un mercato in continua evoluzione e alle richieste di un consumatore sempre più attento a cosa mangia, sia in termini nutrizionale sia in termini di filiera. L’etichetta garantisce tracciabilità e rintracciabilità. I produttori devono cercare di rispondere empaticamente a questo processo di consapevolezza, rendendo l’etichettatura non già un mero adempimento burocratico ma una vera e propria strategia di marketing. È molto importante affidarsi a degli specialisti, per progettare etichette pulite, così come il consumatore chiede, e ben inserite nel contesto comunicativo aziendale, ma che assolvano a tutti i requisiti tecnici e normativi richiesti. Fonte delle informazioni: https://gruppomaurizi.it/etichette-alimentari/.