Gela. Morti a Caravaggio: regolamento di conti nella famiglia Novembrini

Delitto passionale tutto siciliano in Lombardia. Un regolamento di conti che ha interessato la famiglia Novembrini. I gelesi trapiantati al Nord hanno letteralmente terrorizzato Caravaggio e la Bergamasca.

Una sparatoria in una sala slot in un centro commerciale in periferia. Uccisa una coppia. Lei è un’impiegata di un’impresa edile, Maria Rosa Fortini, 40 anni, lui invece un artigiano, Carlo Novembrini, 51 anni. All’inizio degli anni ‘90 era stato al centro di più inchieste in cui gli investigatori l’avevano identificato come un “picciotto” di Cosa nostra, affiliato del clan Madonia, protagonista di taglieggiamenti a più commercianti di Gela, esperto, nella richiesta del pizzo.

Delitto passionale: chi è il killer

La Fortini e Novembrini sono stati uccisi da almeno due colpi di pistola ciascuno all’interno della sala slot. Il sicario è il fratello dell’uomo ucciso. Ha confessato nella notte di avere operato con la complicità della sorella. E’ arrivato al centro commerciale a bordo di una Panda bianca, con una donna in auto, pare la sorella, l’ha lasciata nell’abitacolo, è entrato nel locale ha sparato.

Maria Rosa Fortini ha notato l’assassino, lanciandosi nel tentativo di coprire il compagno con il corpo. È morta anche lei, ma sarebbe stata un obiettivo del killer, che le ha poi sparato anche una seconda volta.

E’ stato un omicidio passionale maturato in famiglia. L’omicida è un fratello di Novembrini. Un delitto d’onore, a viso aperto. Sembra che il fratello della vittima avesse scoperto di recente un vecchio tradimento dell’ex moglie proprio con lui, la persona con cui era cresciuto. Sarebbe andato ad assassinarlo senza pensarci troppo, utilizzando la sua auto.

Più giovane della vittima, il fratello, riconosciuto dai Carabinieri del nucleo investigativo grazie alle telecamere della sala slot Gold Cherry, sarebbe arrivato al centro commerciale con giubbotto azzurro elettrico legato alla vita, e scarpe rosse. Dopo gli spari, è tornato alla Panda bianca, allontanandosi in direzione di Brescia. L’uomo e la sorella sono stati poi fermati e portati in caserma dopo il killer ha confessato.