Gambling e criminalità, una relazione pericolosa

Un settore in continua e costante crescita e che oramai rappresenta un volume d’affari a dir poco impressionante. Tutto questo è il gioco d’azzardo. Infatti, stando alle ultime stime, il mercato globale del gambling si è attestato su un valore di circa 470 milioni di dollari. Purtroppo, però questo mondo affascina la criminalità organizzata, andando così a creare una sorta di relazione pericolosa, come illustra nel dettaglio un reportage pubblicato sul blog slotsgratisonline.it. che ha documentato infiltrazioni della criminalità nel settore dei giochi. A interessare è soprattutto la gestione. Non va dimenticato tutto ciò che gira attorno all’illegale, che è grande fonte di guadagno. A permettere questo c’è stata anche la creazione di apparecchi clandestini atti a operare direttamente sulla rete del gioco legale, alterando i sistemi telematici destinati a monitorare l’ammontare delle giocate. Nella relazione viene sottolineato come “i provvedimenti cautelari che hanno riguardato clan camorristici hanno messo in luce le tecniche di infiltrazione, nel sistema economico, di gruppi imprenditoriali compenetrati nelle associazioni criminali, nonché forme di collaborazione, sempre più strutturate, tra organizzazioni di diversa estrazione regionale”.

La relazione tra gioco d’azzardo e criminalità organizzata esiste in tutta Italia. Si parte dal Nord per arrivare al Sud. A balzare all’occhio è il legame tra diverse associazioni malavitose, che ha come punto in comune in gambling. Ne è un esempio lampante la cosiddetta operazione Babylonia. che ha visto coinvolte due distinte associazioni per delinquere operative su Roma della quale facevano parte soggetti campani, pugliesi e romani. “I componenti dei due sodalizi, da tempo radicati a Roma, gestivano, con modalità mafiose e in accordo con noti imprenditori del settore, numerose sale giochi, dislocate in diversi quartieri romani e lungo le consolari”, secondo quanto riportato sulla questione dalla relazione della Dia. Al Sud invece il gioco d’azzardo è oramai considerato alla stregua del riciclaggio, dell’usura, dell’estorsione, della contraffazione, delle speculazioni edilizie, del traffico di sostanze stupefacenti, del contrabbando di sigarette, della gestione dei rifiuti e delle infiltrazioni negli appalti pubblici. Il caso più evidente è l’operazione denominata Ndragames, che “ha svelato come un sodalizio composto da 19 soggetti fosse dedito all’attività di noleggio, servizi e manutenzione di macchine per l’esercizio dell’attività di gioco illegale, resa possibile mediante il collegamento, attraverso piattaforme informatiche, anche transnazionali, a siti specializzati non autorizzati”.

Insomma, è quindi abbastanza chiaro ed evidente che le mafie, ma in generale la criminalità organizzata, riescono a legare legale e illegale. Ed è per questo che il lavoro svolto dalla Direzione investigativa antimafia è di fondamentale importanza. Imprescindibile anche il contributo dato dalla Commissione parlamentare antimafia, che ha avanzato ben 23 proposte di modifica normativa. I paletti erano essenzialmente cinque: barriere all’ingresso, revisione delle sanzioni penali e amministrative, rafforzamento delle misure antiriciclaggio per la tracciabilità delle vincite, politiche antimafia e ruolo delle autonomie locali, una nuova governance del settore. Il problema, come più volte sottolineato dal sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta, è la cattiva gestione delle risorse. La strategia adottata è quella di una riduzione delle slot machine. L’obiettivo di riequilibrare il gioco legale, non permettendo così le infiltrazioni illegali. Ma la relazione si fa sempre più pericolosa e occorrono misure sempre più drastiche ed efficaci.