Soldi cinesi. Due imprenditori romani hanno riciclato 15 milioni

Brillante operazione antiriciclaggio. I Carabinieri hanno disarticolato due organizzazioni criminali e arrestato 20 persone tra Milano, Roma e Londra. Il Nucleo Investigativo del Comando romano, coordinato dalla Dda della procura di Roma, ha fatto luce su due organizzazioni. La prima faceva capo a due imprenditori romani che negli anni hanno riciclato 15 milioni provenienti dalla comunità cinese. La secondo, con a capo un altro imprenditore dell’area metroplitana di Roma che aveva riciclato 3 milioni di euro provenienti dal traffico di droga.

Le accuse agli indagati sono state formulate dal procuratore aggiunto Michele Prestipino. Vanno dal riciclaggio internazionale all’emissione di fatture per operazioni inesistenti. L’organizzazione criminale riceveva in contanti i capitali illecitamente raccolti dai cinesi. Poi eseguiva bonifici bancari giustificati da fatture per operazioni in realtà inesistenti, emesse da società riconducibili all’organizzazione. A loro volta, le stesse società trasferivano il denaro sui conti correnti di una società, con sede a Londra, controllata da prestanomi dei cittadini cinesi che rientravano così, all’estero, in possesso del denaro così “ripulito”.

I Carabinieri del colonnello Lorenzo D’Aloia hanno indagato sulle ipotesi di reato di riciclaggio e fittizia intestazione di beni, aggravati dall’utilizzo del metodo mafioso, a carico di un commercialista, originario di Napoli ma da anni residente a Roma, permanentemente a disposizione di esponenti di organizzazioni criminali di tipo camorristico operanti su scala nazionale, favorendone le attività di riciclaggio e reimpiego dei capitali illeciti, arrestato il 16 novembre 2015 per diversi episodi di trasferimento fraudolento di beni e valori, aggravati dall’utilizzo del metodo mafioso. Da questa inchiesta è emerso il maxi sistema di riciclaggio internazionale.