Milano abbandona la resilenza e sceglie l’empatia

Addio alla parola resilienza, sostituita da empatia. Un termine nato a fine Ottocento, anche se la sua origine etimologica è greca e da sola spiega tutto: sentire-dentro. Empatia è la capacità di comprendere a pieno lo stato d’animo altrui, che si tratti di gioia o di dolore. Sentire l’altrui dentro di sé, mettersi nei panni dell’altro.

Intorno a questa idea, che abbraccia tutti i campi del privato e del sociale, si svilupperà l’attività di FEM, Fondazione Empatia Milano. C’è solo un’altra realtà simile in Europa: è l’Empathy Museum a Londra.

In società plurali, dove l’alterità fa sempre più paura e molti si difendono alzando barriere o frequentando solo gruppi omogenei, sollecitare la capacità di creare empatia attraverso esperienze culturali innovative – e anche spiazzanti – può diventare un’occasione per “forzare il blocco”, incoraggiare l’incontro e il dialogo con nuove realtà, promuovere processi partecipativi, creare un circolo virtuoso di conoscenza, apertura, e quindi di inclusione.

FEM si avvale della ispirata collaborazione del padre della scuola d’animazione italiana, Bruno Bozzetto, – fondatore, nel 1960, della casa di produzione Studio Bozzetto&Co.

FEM è composto da un Comitato promotore e di un Comitato etico (esponenti/fondatori dell’Empathy Museum di Londra, esperti italiani e a livello internazionale in materia di psiche, arte, teatro, attività museali, archivistica). La Fondazione sta anche attivando strumenti di fundraising e di crowdfunding.

Importanti e decisivi i partner di FEM: la Pinacoteca di Brera (comprendente la Mediateca di Santa Teresa), le Gallerie d’Italia e prossimamente altri di cui verrà data presto comunicazione. Con loro FEM realizzerà percorsi “empatici”, iniziative, eventi.

La Mediateca di Santa Teresa sarà punto di riferimento per le attività della Fondazione. Qui nascerà un archivio permanente di materiali multimediali utili a ricostruire storie e profili di persone portatrici di diversità e di sfide culturali.