Questa sera alle 20 in scena la prima di “Un ballo in maschera“, in coproduzione con il Teatro dell’Opera di Malmö, con Jesús López-Cobos sul podio e la regia di Leo Muscato, vincitore degli ultimi International Opera Awards come miglior regista.
Per il lavoro verdiano è un ritorno alle origini
La versione originale – tratta da Gustavo III, dramma di Eugène Scribe imperniato sull’episodio storico dell’attentato e della morte del re di Svezia al volgere del XVIII secolo – incorse nella suscettibilità della censura. L’uccisione d’un Re fu ritenuta oltraggiosa e impresentabile a teatro, per cui Verdi e il suo librettista Antonio Somma decisero alla fine (nel 1858), di spostare l’azione dalla Svezia del ‘700 a un territorio non europeo – la Boston del ‘600, colonia inglese – e di declassare il sovrano prima a duca e poi a conte. Indispettito con Napoli, Verdi passò l’opera al Teatro Apollo di Roma. Altri veti censorii, altre variazioni (lievi, stavolta) e l’opera andò finalmente in scena nel febbraio del 1859.
Il Ballo verdiano torna a Roma e ridiventa svedese
L’opera riprende i nomi originali dei personaggi a cominciare dal protagonista, che è Gustavo III e non il conte Riccardo. “La versione svedese”, afferma il regista Leo Muscato, “mostra una maggiore forza drammaturgica raccontando l’omicidio di un re”.
Gli interpreti principali
Francesco Meli / Angelo Villari sono Gustavo III, Hui Hue e Julianna di Giacomo si alternano nel ruolo di Amelia, Simone Piazzola e Juan Jesús Rodríguez in quello del capitano Anckarström (Renato). Maestro del coro Roberto Gabbiani, scene di Federica Parolini, costumi di Silvia Aymonino, luci di Alessandro Verazzi.
Le repliche: martedì 18 ottobre (alle 20), giovedì 20 (alle 20), sabato 22 (alle 18), domenica 23 (alle 16.30), martedì 25 (alle 20), giovedì 27 (alle 20) e domenica 30 (alle 16.30).