Bologna, addio alla grande area sosta della comunità Sinta di via Erbosa

Il grande campo sosta della comunità Sinta di via Erbosa al Quartiere Navile chiude i battenti: nel giro di un anno le 21 famiglie che vivono all’interno dell’area saranno accompagnate a scegliere una soluzione abitativa alternativa in tre microaree, sempre al Navile, che saranno realizzate integralmente dal Comune di Bologna e assegnate in locazione. Le famiglie, oltre all’affitto, sosterranno anche le spese per le utenze, ora totalmente a carico del Comune. Le tre microaree, individuate dal Comune in accordo con la Presidenza del Quartiere, si trovano in via della Selva Pescarola, in via Shakespeare e in via del Gomito. Una volta che tutte le famiglie saranno uscite, la grande area sarà al centro di un percorso partecipato per valutare insieme ai cittadini della zona il migliore progetto di rigenerazione urbana. Sarà solo il primo passo verso un cambiamento radicale nella gestione dei grandi insediamenti abitativi dei Sinti.

Per il superamento del campo di via Erbosa occorrono 405.000 euro coperti per l’80% (pari a 320.000 euro) dal contributo della Regione Emilia-Romagna nell’ambito della legge regionale 11 dal titolo “Norme per l’inclusione sociale di Rom e Sinti”. L’impegno di spesa a carico del Comune sarà quindi di 85.000 euro.

Il progetto, approvato dalla Giunta comunale nella seduta del 12 luglio scorso, fa parte dell’ampio programma di superamento delle grandi aree sosta Rom e Sinti considerate a livello europeo, nazionale e regionale luoghi che favoriscono l’esclusione, il degrado e la discriminazione e ostacolano i processi di integrazione della comunità Sinta, tutelata in quanto minoranza etnica ma a tutti gli effetti composta da cittadini italiani residenti, pertanto soggetti agli stessi diritti e agli stessi doveri di tutti gli altri. Per queste ragioni il superamento non riguarderà solo il campo di via Erbosa ma anche le altre due aree di via Persicetana (Borgo Panigale) e via Dozza (Savena). Superamento che non è solo una questione logistica ma anche, e soprattutto, un percorso lento e delicato, un processo di medio-lungo termine per costruire con ogni singola famiglia, attraverso la transizione abitativa, una nuova autonomia. Al progetto su via Erbosa lavorano a stretto contatto diversi settori del Comune: Urbanistica, Edilizia, Patrimonio, Servizi sociali.

Perché si comincia da via Erbosa Il grande campo di sosta di via Erbosa ha vent’anni. Nacque nel 1996 per esigenze di protezione dei Sinti dopo l’assalto della banda della Uno Bianca nel dicembre 1990 al campo nomadi di via Gobetti (due i morti, Patrizia della Santina e Rodolfo Bellinati). L’area di via Erbosa, a differenza delle altre due aree sosta di Borgo Panigale e Savena, è rimasta, secondo il censimento,“provvisoria”: non è stata oggetto di interventi di ristrutturazione e le utenze di acqua ed energia elettrica, che servono sia le parti comuni che i nuclei familiari, sono intestate al Comune. Le singole piazzole non sono delimitate, non hanno i contatori e nell’area non arriva il gas metano. La situazione dunque è precaria e di difficile gestione.

Chi, come, dove e quando Il Comune di Bologna da quattro anni ha cominciato a costruire percorsi di uscita dal campo per i Sinti di via Erbosa che dagli 87 del 2012 sono passati agli attuali 56 (43 adulti e 13 minori), divisi in 21 nuclei familiari. Durante questo percorso gli stessi abitanti dell’area hanno manifestato il desiderio di non rimanere all’interno di un unico campo sosta, dove la convivenza risulta un’imposizione. Alle famiglie sarà chiesto di esprimere formalmente la propria preferenza rispetto a una pluralità di alternative abitative, sottoscrivendo un “Patto di adesione”. Le possibilità sono: alloggi di edilizia residenziale pubblica (per alcuni nuclei la proposta si può concretizzare in tempi brevi); appartamenti in strutture di accoglienza temporanea in attesa di un alloggio di edilizia residenziale pubblica (tre nuclei interessati); una persona non autonoma sarà inserita nel progetto di Housing First (alloggi monitorati con elevata intensità); un nucleo familiare di due persone estremamente fragili andrà in un alloggio protetto. Le restanti 16 famiglie, per un totale di 45 persone, si trasferiranno nelle tre microaree individuate sempre al Quartiere Navile (via della Selva Pescarola, via Shakespeare e via del Gomito): sono distanti l’una dall’altra ma in un contesto già conosciuto alle famiglie. Questo permetterà loro di non modificare le proprie abitudini, le attività quotidiane, le relazioni. In ogni microarea si trasferiranno 15 persone. Ogni microarea misura 1.125 metri quadrati: sommando tutte e tre le zone si arriva a 3.375 metri quadrati, meno della metà della superficie complessiva dell’attuale area di sosta di via Erbosa, che ne misura 7.500. La conclusione del percorso è prevista tra un anno.

Diritti e doveri Le tre microaree che sostituiranno la grande area di sosta di via Erbosa saranno realizzate dal Comune e assegnate in locazione ai nuclei a un canone mensile rapportato alla loro capacità contributiva. Le spese di gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria saranno a carico del nucleo familiare. I rapporti tra il Comune e le famiglie dei Sinti saranno regolati da una convenzione nella quale saranno definiti gli impegni rispetto ad aspetti urbanistici ed edilizi, inclusione sociale e rispetto dei diritti e doveri e responsabilità nei confronti della comunità e delle istituzioni. Tutti gli interventi di transizione abitativa saranno accompagnati da azioni di inserimento lavorativo, supporto alla frequenza scolastica, contrasto all’abbandono degli studi dopo le scuole medie, aiuto per capire procedure e regole di accesso ai servizi sanitari, in particolare per ridurre i comportamenti a rischio negli adolescenti.

Costi e risparmi I residenti nel campo di via Erbosa negli ultimi anni hanno accumulato una situazione di elevata morosità anche per la mancanza di una suddivisione nell’intestazione delle utenze: elettricità e luce sono a carico del Comune, il gas metano non c’è. Il costo complessivo dell’intervento, 405.000 euro, è suddiviso tra investimenti in conto capitale (313.000 euro) e spesa corrente (92.000 euro, corrispondenti al personale impiegato nelle attività di sostegno). Dei 313.000 euro di lavori in conto capitale, poco meno di 25.000 euro serviranno per gli allacciamenti delle utenze nelle tre microaree. Il beneficio per le casse comunali sarà il risparmio dei costi delle utenze, che nel 2015 per il campo di via Erbosa hanno toccato i 120.000 euro.

Le altre grandi aree sosta Nell’area di Borgo Panigale, in via Persicetana, sono presenti 107 persone di cui 62 adulti e 14 minori. Gli interventi di ristrutturazione avvenuti nel 1996, 2004 e 2014 hanno realizzato sei microaree in cui sono inserite più famiglie. Per ogni microarea è previsto un contatore per l’energia elettrica intestato a un nucleo familiare capofila. Presente anche un contatore per il gas metano da intestare al Comune, mentre il contatore dell’acqua e quello dell’illuminazione sono unici per tutta l’area e sono intestati al Comune. Per l’area di Savena, in via Dozza, l’intervento di ristrutturazione risale agli anni 2007-2008: è stata realizzata un’area per ogni famiglia e per ogni area è stato previsto un contatore per l’energia elettrica intestato al titolare dell’area stessa. I contatori dell’acqua, del gas e dell’energia elettrica per le aree comuni sono unici e intestati al Comune. Nell’area sono presenti 54 persone di cui 40 adulti e 14 minori.

Il superamento del campo di via Erbosa, oltre a sanare un problema aperto da vent’anni, segna un importante e radicale cambiamento di passo dell’amministrazione e rappresenterà uno dei temi centrali di questo mandato.