Chi saliva in “giostra” certamente non amava il “gioco lecito”

Si è sempre assolutamente soddisfatti e felici quando si leggono notizie relative ad interventi delle Forze dell’Ordine che sono riuscite a debellare una associazione criminosa. Ancora più felici se si tratta di sgominare organizzazioni mafiose che si sono insinuate nel “nostro” mondo del gioco d’azzardo e dei casino online con slot machine che non vuole dare spazio a questo e vuole rimanere lecito e pulito. La notizia che la Polizia di Stato di Messina ed i Carabinieri del Comando Provinciale della stessa città ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 24 esponenti dell’associazione mafiosa denominata “Giostra”, ai quali sono stati comminati i reati di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, detenzione illegale di armi, esercizio abusivo di attività di gioco o di scommesse, corse clandestine di cavalli, maltrattamento di animali ed altri reati non può che lasciare “assolutamente soddisfatti”, sopratutto chi ama la legalità ed avere una attività lecita ed onesta.

Questa indagine, ed il successivo provvedimento in esecuzione, naturalmente è durata parecchio tempo: l’inizio risale al 2012 e ci sono voluti un bel po’ di anni per comprovare l’esistenza di una struttura criminale ramificata e per documentare gli “assetti” organizzativi e di vertice con i ruoli dei singoli “associati” che esplicavano le proprie attività imprenditoriali intestate a prestanome anche nel settore delle scommesse illecite. Alcuni elementi, poi, facenti parte di questa organizzazione criminosa, si servivano di un network di imprese apparentemente legali, ma naturalmente sprovviste dei requisiti previsti per operare nel mercato dei giochi online, procedevano alla raccolta delle puntate ed al pagamento in contanti delle vincite, utilizzando server dislocati all’esterno dei confini nazionali.

L’organizzazione criminale, poi, provvedeva ad investire nuovamente parte degli introiti nell’acquisto di videopoker, totem e slot machine che, naturalmente, venivano a loro volta, modificati mediante l’installazione di software illegali. In aggiunta, dalle indagini risultava che “la moglie del boss” ed altri due affiliati, reimpiegavano i proventi illeciti derivanti dal gioco d’azzardo e dalle scommesse, investendoli in alcune attività di ristorazione e di intrattenimento. Difficili, così, le indagini che portavano alla scoperta di questa escalation criminale, ma contestualmente è stata anche data esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di un campo di calcetto, di una società di ristorazione che gestisce un lido balneare, di un fabbricato adibito a stalla sede di una scuderia, di una “Audi modello Q7” e delle attrezzature collocate all’interno di 22 sale da gioco e raccolta di scommesse, tutto riconducibile agli indagati: valore complessivo di oltre due milioni di euro.

L’organizzazione (o la famiglia) mafiosa ha diversificato “intelligentemente” le proprie attività criminali in alcuni settori differenziati: gestione di alcuni siti per giocare con i giochi del casino online, gestione di stabilimenti balneari, rosticcerie ed una vera e propria catena di punti internet per la raccolta e la gestione di scommesse online illecite. Ma le indagini svolte con dovizia e perizia dalle Forze dell’Ordine hanno portato, però, alla luce questa pericolosa struttura criminale radicata in zona, ma con forti cointeressenze con altri gruppi criminali. Inoltre, sul piano probatorio, le indagini hanno anche stabilito un diretto rapporto, sinora mai acquisito, tra l’organizzazione delle corse clandestine di cavalli e la raccolta delle scommesse da parte dell’organizzazione criminale “Giostra”, con relative scommesse illecite, senza la necessaria autorizzazione sottoponendo i cavalli a fatiche non sopportabili per le loro caratteristiche, con l’aggravante di aver commesso i fatti avvalendosi del metodo mafioso.