Una fresca bavisela

128 Una fresca bavisela   Di Vincenzo Calafiore 10 Luglio 2016 – Udine   … quando pensi di essere quasi annegato nella solitudine o colto dalla disperazione immagina un’altra vita e valle incontro senza voltarti indietro. Va da lei come facevi tanto tempo fa, raccontale di te di quanto poco sei stato dentro i suoi occhi, di quanto amore ancora cerchi. Lei ti sorriderà come sempre generosa! “                                                        citazione di Vincenzo Calafiore   Avere 70 anni e non sentirli, invece avere dentro viva più che mai la passione, una forte sensualità e avere ancora il desiderio di continuare il “ viaggio” affrontandone tutte le difficoltà nel suo essere. Al “ Mocambo” il caffè letterario della città, girando fra i tavoli tra musica e parole, mi fermo a salutare le donne che incontro, alle quali regalo un sorriso e complimenti, baciamano, con una galanteria d’altri tempi! Già, “ altri tempi .. “ , quando la vita era una fresca bavisela. Quei tempi di cui ho raccontato e racconto a lungo, che ho saputo vivere dei quali pur avendone nostalgia guardo avanti, ancora con mille progetti. Ma sono un narratore e a volte mi perdo nei miei viaggi nell’invisibile ove scivolano desideri e sogni che cadono negli spazi bianchi, tra riga e riga, lontano dal reale che appare torvo; ed ecco  farsi largo la scrittura che, coglie gli imprevedibili sussulti d’una felicità intima e preziosa. E da narratore continuano il loro vagabondare felici pensieri che prendono e cambiano forma, si rinnovano ogni giorno! Tutto ciò è divino, è un magnifico disegno che qualcuno ha voluto disegnare affinchè io concluda la mia tappa consegnando e passando il testimone chissà a chi ! Ecco questo è l’inizio che si ripete da milioni di anni in epoche buie e tristi: il nostro essere, la nostra provenienza, come un eterno flusso dove non è importante la meta o la vittoria quanto il viaggio su quotidiane mappe disegnate e marginate dal mistero che ridestano un mondo fantastico. Così scrivere è come baciare labbra che non ci sono! Baci di addio, di saluto, come richiamo dell’anima nei lunghi e temuti silenzi, dopo l’amore, dopo il sogno … baci di donna amata e sentita come radice, come origine lei con i suoi dolci occhi e profumo d’oriente è vela che solleva la chiglia dal fango per farla volare su tutti i misteri che sono della vita, un continuo andare e venire, per un incontro a volte temuto, a volte intensamente voluto, mi tiene lontano da questa società sempre più connotata dall’effimero e dall’apparente. Temo la volta quando mancherà un passo, un solo passo breve all’esito desiderato di un abbraccio d’amore, quando la vita si ritrarrà, scomparendo nei consunti sogni per riapparire chissà dove dopo tante distanze, dopo disperati appelli, come anima, come viaggio. A volte mi pare d’essere libero in un mondo dilaniato dalle guerre dove essere uomo non è facile ed essere libero è solo un sogno. Perennemente in esilio, innamorato della vita sorseggiata come un buon vino, desiderata come l’amore, sempre contro le maree, contro i venti, libero e ribelle. Innamorato della vita libera dalle regole, dalle tradizioni, dalle religioni. Poi accade una notte di capire la brevità della vita e la grandezza dell’amore, capisco d’essere prigioniero in un manicomio dove l’unico modo per sopravvivere e fingersi pazzo e scrivere su fogli immaginari la mia storia. Una storia vera, raccontata a bassa voce, pagina dopo pagina, con grazia, disincanto, ironia; per ricordare, per denuncia, per l’intolleranza, per gli stupri, per il sesso facile e disperato senza amore, per il ricordo di tanti giorni goduti e consumati, le sfide con la morte, per il dolore dell’assenza, per il lutto dell’anima perduta dell’uomo non più uomo. E’ questo dunque il sogno, un filo che lega alla vita, che si fa sempre più sottile pur continuando a fare dialogo tra anima e anima, mano con mano, occhi con mare,bacio per amare e per donare, per farne vita, per farne sogno nel mare davanti che muovendosi sempre attende! Accarezza come una fresca bavisela! E’ Amore.