Marrelli Hospital, Oliverio a Crotone presente all’inaugurazione. “La sanità privata deve integrare quella pubblica con servizi di qualità”

Mario Oliverio, Massimo Marrelli, Rosanna Barbieri, Antonella StasiLa sanità in Calabria ed in particolare a Crotone è da più anni sotto la lente d’ingrandimento del Governo Nazionale che attraverso il piano di rientro sta mettendo in essere misure giustificate inadeguate dai cittadini e dalle parti sociali: reparti accorpati, dismessi o trasformati a day hospital e la lista d’attesa per visite specialistiche è molta lunga, in alcuni casi l’attesa è di dodici mesi. Scrutando l’orizzonte delle decisioni di Massimo Scura, commissario alla sanità calabrese, non s’intravede un’inversione di rotta.

autorità presenti all'inaugurazioneTutte queste negatività potrebbero essere eliminate attraverso un’adeguata struttura privata.

Il Marrelli Hospital, la cui struttura è stata inaugurata sabato scorso, ha tutti i requisiti per dare ottimi servizi e bloccare l’esodo sanitario dei crotonesi verso le altre Regioni.

All’inaugurazione di una nuova ala, quella radioterapica, del Marrelli Hospital era presente anche il Governatore della Calabria Gerardo Mario Oliverio che nel suo intervenuto ha affermato:

“La strada che dobbiamo percorrere in Calabria –ha detto Oliverio – è quella di qualificare il nostro sistema sanitario facendo in modo che il servizio pubblico rappresenti la struttura portante e quello privato lo integri e interagisca con esso assicurando servizi di qualità. A Crotone ha detto Oliverio – esiste è un esempio concreto del rapporto virtuoso che deve caratterizzare la sanità in Calabria”. Poi parlando in generale della sanità calabrese il Presidente Oliverio ha dichiarato: “da sette anni la gestione commissariale, anziché migliorare le prestazioni, le ha aggravate. Dal 2010, anno in cui fu chiesto al governo nazionale di commissariare la sanità in Calabria, ad oggi la mobilità passiva è aumentata, le liste d’attesa si sono allungate, i servizi sanitari sono peggiorati. E’ necessario invertire al più presto questo trend negativo, attraverso investimenti mirati sulle prestazioni qualità ed una seria riorganizzazione dei servizi sul territorio.

I tagli agli sprechi andavano effettuati, ma era ed è necessario rientrare dal debito attraverso una riorganizzazione dei servizi sul territorio. Purtroppo così non è stato, tant’è che oggi ci troviamo davanti ad un aumento del ricorso per prestazioni sanitarie all’esterno della Calabria. E’ evidente che c’è un problema che riguarda la gestione dei Piani di Rientro dal debito sanitario. Ci sono regioni come il Lazio e la Campania, sottoposte a Piano di Rientro come la nostra, le cui condizioni del sistema sanitario si sono nel tempo aggravate. In questi anni abbiamo assistito ad una progressiva migrazione dal sud verso il nord per la cura e la tutela della salute. Siamo di fronte ad una nuova, moderna migrazione sanitaria che alimenta i centri di assistenza sanitaria del centro-nord. Questo è il dato. Occorre spezzare questa spirale e, per farlo, bisogna analizzare, nel merito, le questioni che riguardano la gestione dei Piani di Rientro”.

“Il 24 aprile scorso a Roma, nel corso di una riunione con il ministro Lorenzin a cui hanno partecipato tutti i presidenti delle Regioni italiane –ha aggiunto il Presidente della Regione- ho posto l’esigenza di avviare una riflessione sull’esperienza dei Piani di Rientro. Occorre mettere le regioni che sono in sofferenza nelle condizioni di superare questo gap soprattutto per quanto riguarda le politiche del personale, il blocco del turn-over, gli investimenti sull’edilizia sanitaria e per l’acquisto di strumentazioni tecnologiche avanzate. Mi auguro che subito dopo le elezioni verranno dal governo risposte adeguate in direzione di una nuova organizzazione della gestione del sistema sanitario regionale. Non è più possibile accettare una logica che è quella commissariale e che, lo abbiamo visto anche per quanto riguarda le autorizzazioni, non è affatto in sintonia con questa nuova visione della gestione del sistema sanitario in Calabria”.