Vicenza, razionalizzazione della spesa: risparmiati oltre 750 mila euro anche nel 2015

Il Comune di Vicenza si conferma virtuoso in tema di risparmi. Nel 2015 ha risparmiato oltre 765 mila euro sugli acquisti di beni e servizi, migliorando peraltro il risultato dell’anno prima di 7 mila euro. Lo certificano i revisori dei conti prendendo a riferimento la spesa del 2013, l’anno in cui il l’amministrazione comunale deliberò il piano triennale di razionalizzazione della spesa (2014-2016), puntando in particolare sulla riduzione dei consumi energetici. Obiettivo centrato, dal momento che i risparmi arrivano per il 65% da economie di spese in acqua, luce, gas e riscaldamento, per un totale di oltre mezzo milione di euro. “Non eravamo obbligati a farlo e per giunta eravamo già uno dei comuni d’Italia con la spesa più bassa per abitante – spiega l’assessore alla risorse economiche e alle politiche del lavoro, Michela Cavalieri -, ma è una delle operazioni virtuose che avevamo deciso di attuare a inizio mandato per consentire al bilancio di reggere alla pesante riduzione dei trasferimenti statali. Basti pensare che abbiamo subito un taglio di 17 milioni di euro in cinque anni sulla spesa corrente. Quindi, per garantire i servizi non aumentando la pressione fiscale, dovevamo in qualche modo fare un’azione forte di spending review, passata anche per questo piano di razionalizzazione. E – ha sottolineato Cavalieri – il risultato è stato ancora più sorprendente se si considera che sono risparmi che si aggiungono ai tagli sulla spesa corrente imposti successivamente dal decreto legge 66 del 2014, pari a 800 mila euro in due anni”. “Con questo piano – aggiunge Filippo Zanetti, assessore alla semplificazione e innovazione -, ci aspettavamo economie per 4-500 mila euro annui. Invece, non solo abbiamo superato i 750 mila nel 2014, ma addirittura abbiamo fatto meglio nel 2015. Ringraziamo quindi uno ad uno tutti i dipendenti comunali per la collaborazione, perchè il risultato è stato ottenuto non solo spendendo meno, ma anche andando ad incidere sul modo di lavorare, su procedure e consuetudini interne: dall’eliminazione delle stampanti da scrivania in favore di quelle di corridoio, utili a più uffici, all’eliminazione del fax, all’utilizzo della pec anziché della raccomandata. Tutte piccole operazioni attuante in modo intelligente, ma che moltiplicate per tante volte portano a numeri importanti, con ricadute positive sui cittadini. E anche l’investimento in nuove tecnologie ci aiuta in questo processo di razionalizzazione della spesa, oltre che in termini di tempi: spedire una pec al posto di una raccomandata, fa risparmiare denaro, e azzera i tempi di trasmissione della comunicazione”. Oltre ai forti risparmi nei consumi energetici, infatti, a produrre economie sono state in particolare le voci della spesa per spedizione e corrispondenza (40 mila euro, più altri 7.300 derivanti dal passaggio dagli sms alla mail per gli avvisi agli utenti che hanno in prestito i libri della Biblioteca Bertoliana) e la progressiva eliminazione dei fax (23 mila euro). Altri 80 mila euro sono stati poi risparmiati dai Servizi sociali, in particolare sistemando le famiglie sfrattate con minori, anziché in albergo, nella struttura comunale di via Dei Mille, in co-housing. Ancora, la razionalizzazione delle spese di funzionamento dei servizi di asilo nido in convenzione ha permesso di spendere 42 mila euro in meno. Così come l’internalizzazione delle attività e dei servizi di segretariato a disabili e anziani in situazioni di fragilità, prima appaltati a soggetti esterni, ha fatto risparmiare a palazzo Trissino 11 mila euro. Altri 10 mila sono derivati dalla riduzione del vestiario specializzato per particolari servizi pubblici; 10 mila ancora dalla riduzione della carta e altri 10 mila dal passaggio dall’abbonamento a riviste cartacee agli abbonamenti on line, più economici. “Tali risparmi – ha infine fatto presente Zanetti – ci permettono inoltre di sanare virtualmente il problema delle risorse che gli ispettori del Ministero dell’economia e delle finanze avevano considerate non dovute al personale in anni precedenti. Il Comune infatti non deve nulla all’erario, in quanto il Mef considera recuperate quelle somme grazie a questi risparmi; e l’amministrazione quindi non è costretta a chiedere ai dipendenti la restituzione di quei soldi già assegnati. Anzi, se anche quest’anno riusciremo a risparmiare come nei due anni precedenti, o anche meno, riusciremo a chiudere completamente anche il piano di recupero per i dirigenti”.