Eurozona, dati macro sotto le attese: ecco cosa è successo

eurozonaNell’Eurozona, l’ondata di pubblicazioni relativa al mese di marzo – diffusa negli ultimi giorni – è stata ampiamente al di sotto delle attese. Sul fronte della produzione industriale sono infatti state riscontrate variazioni mensili negative per i principali mercati, con passi indietro per Germania (-1,3%), Francia (-0,3%) e Paesi Bassi (-2,4%), e una sostanziale invariabilità per l’Italia. Dunque, ne deriva che la produzione dell’Eurozona chiude il primo trimestre in rallentamento, e prepara un avvio di secondo trimestre che sarà presumibilmente debole. Cominciamo, in maggior dettaglio, a comprendere cosa sia realmente accaduto, a cominciare dall’Italia. Secondi i dati diffusi dal portale www.comegiocareborsa.com nel nostro Paese la produzione industriale è rimasta ferma a marzo dopo essere diminuita di -0,7 per cento m/m (dato rivisto al ribasso di un decimo) a febbraio. Il dato è stato considerato come in parte deludente per gli analisti, visto e considerato che la stima media di consenso erano per una crescita, pur lieve. Su base annua corretta per gli effetti di calendario, la produzione ha rallentato al +0,5 per cento da +1,1 per cento di febbraio (a gennaio era stato toccato un record da agosto del 2011 a +3,8 per cento). In termini grezzi, la produzione è tornata in territorio negativo a -0,4 punti percentuali, dopo che a febbraio era stato toccato un record anche in questo caso da agosto 2011 (a +5,1 per cento). Si tenga conto, in merito, che tutti i principali raggruppamenti di industrie sono risultati in calo con l’unica eccezione dell’energia (+1,2 per cento dopo il -2,9 per cento m/m precedente). In particolare, sia i beni strumentali che i beni intermedi hanno visto un’ampia correzione dopo essere cresciuti i due mesi precedenti (-1,6 per cento e -1,2 per cento m/m rispettivamente, da +0,2 per cento di febbraio). In calo anche la produzione di beni di consumo (-0,7 per cento m/m). Le notizie sono abbastanza deludenti anche sul fronte dell’indice di diffusione: il numero dei settori manifatturieri che risultano in diminuzione su base annua (corretta per gli effetti di calendario) è aumentato a 7 da 3 il mese precedente (su un totale di 13). Virano decisamente in negativo i prodotti pharma, con un calo del 6,5% a/a e quelli del tessile e dell’abbigliamento. È naturalmente possibile che questi settori, che sono profondamente dipendenti dall’export, stiano soffrendo del trend di rallentamento che sta avvenendo nel commercio mondiale, senza pertanto che siano le prestazioni della domanda interna a penalizzare tale tendenza. Di contro, è sicuramente confortante riscontrare come sia la meccanica a trainare l’andamento di marzo, con uno sviluppo del 7,3% a/a, davanti ai mezzi di trasporto (+ 1,9% a/a= che nella recente storia avevano avuto la possibilità di trainare il comparto. Al di là della volatilità espressa nel corso degli ultimi tempi, la produzione industriale italiana è cresciuta dello 0,7% t/t nel primo trimestre, dopo una flessione dello 0,1% t/t nel quarto trimestre dello scorso anno. Si tratta dell’incremento più elevato dal 2010 a questa parte, e utile per poter permettere alla produzione industriale di porre qualche base (tutta da verificare) per chiudere il 2016 in accelerazione rispetto all’esercizio precedente. Molto dipenderà naturalmente dalla ripresa dell’ouput nell’industria, che a febbraio e a marzo non è riuscito a crescere, e che dovrebbe dunque invertire prontamente la rotta al fine di non condizionare i risultati dell’intero anno. Per quanto infine concerne i dati della produzione industriale francese, diramati in concomitanza a quanto avvenuto in Italia, nei confini transalpini la produzione industriale è calata dello 0,3% m/m a marzo da -1,0% m/m precedente. La flessione sembra essere riconducibile al comparto manifatturiero, che ha registrato un calo dello 0,9% m/m, contro il – 1,4% m/m precedente. Migliora invece il contributo dell’energia e delle costruzioni. Complessivamente, nel primo trimestre la produzione industriale francese torna a scendere di -0,6% t/t specularmente al +0,6% t/t di dicembre, contribuendo negativamente alla formazione del PIL per poco meno di un decimo. La battuta d’arresto di marzo segna peraltro il secondo calo consecutivo da inizio anno; le indagini PMI indicano che ad aprile potrebbe vedersi un ulteriore frenata della produzione, con gli ordini che hanno toccato il minimo dal febbraio 2015. Sul fronte delle novità in materia di obbligazioni governative, ricordiamo che ieri Il Tesoro italiano ha collocato con successo sul mercato l’importo massimo previsto dei BOT annuali, 6,5 miliardi di euro, a un rendimento di -0,14 punti percentuali e incontrando domanda complessiva pari a 1,72 volte l’offerta.