Poetry Vicenza, alle 18 alle Gallerie Italia Roger Lucey, poliedrico artista

Oggi alle 18, alle Gallerie d’Italia di Palazzo Leoni Montanari, Marco Fazzini presenterà l’artista sudafricano Roger Lucey.

Si tratta del quarto incontro di Poetry Vicenza 2016, la rassegna di poesia contemporanea e musica promossa dalle Gallerie d’Italia di Palazzo Leoni Montanari e dall’assessorato alla crescita del Comune di Vicenza in collaborazione con l’associazione TheArtsBox, il dipartimento di Studi linguistici e culturali comparati di Ca’ Foscari e il Festival Vicenza Jazz.

Roger Lucey è cantautore, scrittore, giornalista, rocker, regista e girovago, nella migliore tradizione dei troubadour occitani o degli hobo americani. Fu protagonista del panorama rock alternativo degli anni settanta a Durban, in Sud Africa, fino al momento in cui la sua carriera fu stroncata dai servizi segreti sudafricani. Paul Erasmus, un ufficiale al tempo dell’apartheid, lo chiamò 15 anni dopo al telefono, confessandogli di avergli rovinato l’attività di musicista per motivi politici. Nel frattempo, per sopravvivere, Roger aveva fatto di tutto, incluso il cameraman nelle zone calde dell’Africa. La storia della sua vita è contenuta nell’autobiografia Back In from the Anger (2012). Tra i documentari e i film da lui diretti: Aria del Africa, un film sul cambiamento dell’opera in Sud Africa; The Road to Then and Now, su un viaggio del fotografo Paul Weinberg; Leading Like Mandela, una prospettiva sui sei principi che hanno distinto la leadership di Nelson Mandela; Mandela, serie in cinque puntate su Nelson Mandela; Desmond Tutu, documentario biografico di due ore dedicato a Tutu. Tra i suoi principali dischi ricordiamo: The Road is Much Longer (1979); Half-A-Live (1980); Running For Cover (1990); 21 Years Down The Road (compilation, 2000); Gypsy Soul (2002) e il recente Now Is The Time! (2015).

“Ero in procinto di registrare il primo disco, suonavo in tutti i maggiori festival, si occupavano di me sui maggiori quotidiani e sulle riviste del paese – racconta Roger Lucey -. Ovviamente, le radio locali si rifiutavano di mandare in onda le mie canzoni. La radio non era altro che un portavoce della crescente autocrazia nazionalista del governo. Ma non importava. Proprio quando sembrava che dovessi ricevere un serio riconoscimento, iniziarono a succedere strane cose. I concerti mi vennero cancellati; i promotori rifiutarono di parlarmi o di richiamarmi; le relazioni con la mia etichetta discografica si raffreddarono rapidamente. Avevano giurato di appoggiarmi qualunque problema fosse insorto, e invece cambiarono idea da un giorno all’altro. E poi, nel bel mezzo della notte, fui svegliato dalla polizia che fece irruzione a casa mia. Mi resi conto che stavo nel mezzo di una battaglia che non avrei mai vinto. La mia vita stava cadendo a pezzi.”

Ingresso libero e fino a esaurimento dei posti disponibili.

THOSE DAYS ARE OVER QUEI GIORNI SONO FINITI di Roger Lucey

Quei giorni sono finiti

Sono compiuti, sono andati

Quei giorni sono finiti

Ma la memoria perdura

Quei giorni sono finiti

Il fuoco e la paura

Quei giorni sono finiti

Ma al sicuro non lo siamo ancora

Quei giorni sono finiti

Non si riproporranno

Ma la storia si ripete

E non sappiamo bene quando

Quei giorni sono finiti

Ma tu resta all’erta

Al lento avanzare delle tenebre

E all’onda che il corso inverte

Quei giorni sono finiti

Abbiamo visto una nuova alba

Quei giorni sono finiti

I confini sono ormai tracciati

Ma l’arcobaleno sanguina

Al chiudersi della trattativa

Quei giorni sono finiti

Nuovi giorni sono iniziati

Quei giorni sono finiti

Sono passati sotto ai ponti

Ma avanziamo nella loro ombra

Così vicini all’orlo

Quei giorni sono finiti

Rimani vigile e pronto

All’avanguardia della vittoria

E alle richieste che avanzano

Le catene e le afflizioni

Hanno lasciato ferite tuttora aperte

Ma quei giorni sono finiti

Il tempo le risanerà

Ma la cupidigia e il potere

Torneranno come la marea

La nuova battaglia ha avuto inizio

Quando la vecchia battaglia s’era ormai spenta

A disposizione del pubblico, in tutte le sedi che ospitano gli eventi della rassegna, un volume antologico (Poetry Vicenza 2016, Pisa: Edizioni ETS) con una scelta bilingue di testi a cura di vari traduttori, note bio-bibliografiche per ogni singolo autore, e una sezione speciale sulla Beat Generation fatta di contributi in prosa e in poesia e di materiali inediti sui protagonisti di quell’America degli anni Cinquanta.