Bologna, in Consiglio comunale ricordato Amato Andalò, lo storico custode del PalaDozza

Di seguito, l’intervento della presidente Lembi, in apertura della seduta odierna del Consiglio comunale, in ricordo di Amato Andalò, lo storico custode del PalaDozza.

“Desidero ricordare Amato Andalò, scomparso nei giorni scorsi, dipendente del Comune di Bologna, storico custode del PalaDozza. Aveva superato gli 85 anni. Ho rivolto a nome del Consiglio comunale le condoglianze ai suoi famigliari, so che lo stesso ha fatto il Sindaco a nome della città; ho partecipato alle esequie assieme all’assessore Rizzo Nervo e al consigliere Mazzanti. Scelgo di aprire il Consiglio di oggi ricordandolo, perché penso che, esercitando fino in fondo il suo lavoro di dipendente del Comune di Bologna, sia stato molto di più che il custode del PalaDozza. Uomo di salde convinzioni, attento a mettere davanti a tutto il risolvere i problemi che il lavoro quotidiano presenta, disponibile al confronto, è stato ricordato da molti giornalisti, anche ricordando alcune caratteristiche che voglio qui richiamare: l’austero grembiule nero, la divisa di tutti i giorni di Andalò; la custodia delle chiavi e l’attenzione e la cura per un importante luogo della città e una domanda ricorrente, che non in tanti, perché conosceva tutti in quel luogo, si sono sentiti rivolgere: “Giovane, dove stai andando?”, che sottolinea l’attenzione alla presenza e alla partecipazione di tutti a quel luogo. Amato Andalò ha vissuto anni speciali per Bologna e per il palazzetto che, voglio ricordare, è stato definito il ‘Madison d’Italia’ quasi prima di essere conosciuto come PalaDozza, quelli del grande basket della Virtus e della Fortitudo. E si ricorda di quando Andalò, in occasione dello scudetto conquistato a Milano dalla Virtus, accese e illuminò tutto il PalaDozza per dare il benvenuto alla squadra. Gli anni dei grandi concerti: i Rolling Stones, gli Who, Miles Davis, Jimi Hendrix, Elton John e delle imponenti manifestazioni politiche, lui stesso in un’intervista aveva raccontato del faticoso e doveroso lavoro svolto per il convegno del Movimento studentesco nel settembre ’77. Governò, sostenne, mantenne aperto uno dei grandissimi luoghi della città, insieme con Tonino Manozzi, Renato Guerra, Luigi Chiapparelli e Sergio Orsi. Fece funzionare uno dei luoghi simbolo della città, molto più che un biglietto da visita per Bologna. Lo hanno ricordato in tanti, i quotidiani della nostra città e permettetemi di richiamare tra questi, le parole di Alessandro Gallo, che su Quotidiano.net ha scritto: ‘Ha sempre trattato il PalaDozza, che era di tutti, come fosse suo, ma proprio amando e servendo l’impianto come si farebbe con un figlio, il signore del PalaDozza ce lo ha sempre messo a disposizione, con cura e passione, quasi come se un pezzetto di quell’impianto fosse veramente roba nostra. Il rispetto per le cose e per il prossimo, il rispetto per la cosa pubblica. Siamo abituati a ricordare donne e uomini importanti, che hanno fatto la storia di questa città e ne hanno reso lustro anche fuori dai confini di Bologna, lo facciamo anche oggi, ricordando Amato Andalò. Andalò lascia quattro figli: Emma, Francesco, Luciano e Roberto, già molto provati dalla scomparsa della loro mamma, la signora Andalò, pochi mesi or sono, e diversi nipoti. A loro rivolgo il cordoglio del Consiglio comunale di Bologna e invito il Consiglio e i presenti a tenere in sua memoria un minuto di silenzio”.