Incidente al Centro Oli di Viggiano

Intervento di Filippo Massaro (Csail) ““Il giorno dopo la grande paura per i residenti dell’area industriale di Viggiano, di Viggiano e dei comuni vicini, il primo pensiero è per il sistema di protezione civile. Negli ultimi anni troppi incidenti si sono succeduti nel Centro Oli Eni a Viggiano e quasi tutti senza una giustificazione tecnica chiara e precisa da parte dei dirigenti e responsabili dell’Eni, pertanto i residenti dell’area industriale come del centro di Viggiano e delle contrade, quelli dei comuni limitrofi non sono possono più accontentarsi di scuse formali e di vertici di sindaci come quello tenuto in contemporanea nel Municipio viggianese. E’ il caso di ricordare che “l’impianto di Viggiano è classificato dalla mappa del Ministero dell’Ambiente tra i dieci stabilimenti in Basilicata “a rischio di incidente rilevante”, quale” “Deposito oli minerali con codice ministeriale NS008 (art. 8 D.lgs. n. 334/1999)” . Pertanto non è sufficiente un Piano di Emergenza esterno, di cui tra l’altro non si conosce, quanto è indispensabile un Piano di Emergenza interno. L’art.11 del D.Lgs. n.334/1999 obbliga i gestori di tutti gli stabilimenti a rischio incidente rilevante a predisporre il piano di emergenza interno da adottare all’interno dell’impianto e che contenga una serie di informazioni e sia finalizzato a controllare e circoscrivere gli incidenti, mettere in atto misure di protezione per l’uomo e l’ambiente, informare adeguatamente i lavoratori e le autorità locali competenti, provvedere tempestivamente al ripristino e al disinquinamento dell’ambiente dopo l’incidente. Il piano – secondo le norme ministeriali e statali – è oggetto di riesamina ad intervalli appropriati non superiore ai tre anni. La stessa normativa di legge chiama in causa il Prefetto come prima autorità di Protezione Civile e il sistema regionale e locale di Protezione Civile. All’interno del Centro Olio Val d’Agri ENI di Viggiano, in verità, si è tenuta un’esercitazione di protezione civile per posti di comando, con il coinvolgimento della Sala operativa della Prefettura di Potenza e degli altri Enti e istituzioni previsti dal Piano di Emergenza Esterno, al fine di testare il livello di efficacia del Piano stesso, redatto ai sensi dell’art.8 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n.334, nonché il livello di efficienza delle strutture operative chiamate alla sua attuazione. Solo che si è trattato di un caso isolato di verifica dell’efficacia della risposta delle componenti e delle strutture del sistema locale di protezione civile a cui avrebbero dovuto seguire esercitazioni di complessità crescente, strutturate su livelli diversi d’attivazione delle risorse e di coinvolgimento dei vari Enti e della popolazione interessata specie in riferimento alla VIS (Valutazione di Impatto Sanitario). Anche la Regione ha compiti istituzionali importanti da assolvere: ai sensi del comma c) dell’art.18 del D.Lgs. 334/1999, è tenuta a definire le procedure per l’adozione degli interventi di salvaguardia dell’ambiente e del territorio in relazione alla presenza di stabilimenti a rischio incidente rilevante. Inoltre, il ruolo assegnato alle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente è definito dall’art. 18 comma b del D.lgs. n.334/1999. Quanto all’Arpab ci attendiamo molto dal nuovo direttore generale e un nuovo impegno proprio di tutela ambiente e territorio in Val d’Agri , un coinvolgimento nell’istruttoria tecnica, la partecipazione attiva alla realizzazione del Piano di Emergenza Esterno, al gruppo di lavoro nazionale sul rischio industriale istituito presso l’ISPRA. Inoltre i Comuni interessati dall’ubicazione di stabilimenti a rischio industriale, ivi compresi quelli che potrebbero essere interessati dagli effetti da incidente rilevante, ai sensi del comma 4 dell’art. 22 del D.lgs. 334/1999, sono obbligati di portare tempestivamente a conoscenza della popolazione, le informazioni fornite dal gestore relative alle particolari sostanze utilizzate. I Sindaci, che sono autorità comunale di Protezione Civile, sono tenuti a predisporre un “pacchetto informativo” da presentare alla Prefettura, all’Ufficio territoriale del Governo (Regione), e alla Provincia di appartenenza ai fini dell’inserimento nel Piano di Emergenza Esterno al fine della pianificazione e relativo aggiornamento. Infine, ricordiamo che la partecipazione del Comune di Viggiano (sindaco in testa) alla Conferenza Mondiale di Sendai, in Giappone, avrebbe dovuto servire per apprendere come ridurre il rischio di disastri che da noi oltre a quello sismico ha principalmente un fattore di pericolo che è rappresentato dal Centro Oli Eni. La spesa della gita in Giappone, sostenuta sempre grazie alle royalties del petrolio, non sembra abbia lasciato segni””.