Oneta, fermato un bracconiere con reti per uccelli e 75 esemplari catturati

Prosegue senza sosta la vigilanza da parte degli operatori della Polizia provinciale e della Vigilanza volontaria della Provincia di Bergamo a tutela del patrimonio faunistico.

Nei giorni scorsi una pattuglia del Nucleo Ittico/Venatorio ha individuato nel comune di Oneta, località “Plaza”, un impianto di cattura costituito da sei reti verticali a tremaglio per l’uccellagione per un’estensione complessiva di circa 60 metri, nelle immediate vicinanze di una baita di montagna presso la quale si trovavano diverse gabbie-trappola per la cattura di uccelli caricate e attive, con tanto di richiami vivi appartenenti a specie protette (esemplari di Cincia Mora): nei dintorni si individuavano innumerevoli gabbie contenenti avifauna migratoria appartenente a specie protette.

Gli accertamenti hanno permesso di identificare il responsabile degli atti di bracconaggio, un sessantenne della zona senza licenza di caccia: il soggetto è stato fermato proprio mentre completava l’ispezione dell’impianto di cattura e estraeva gli esemplari appena catturati dalle reti.

Nel corso dei controlli sono state rinvenute altre gabbie-trappola ma, soprattutto, un cospicuo contingente di 75 esemplari di avifauna migratoria, tutta illegalmente detenuta in quanto appartenente a specie particolarmente protette, o non cacciabili, esemplari illegalmente catturati precedentemente nelle reti e con i mezzi vietati.

Tra le specie detenute spiccano numerosi esemplari appartenenti alle specie Pettirosso, Lucherino, Cincia Mora, Fringuello, Passera Scopaiola, Ciuffolotto, Cardellino, Cinciallegra, Nocciolaia e persino un esemplare di Picchio Rosso Maggiore.

Le reti, i mezzi vietati di cattura e l’avifauna viva sono stati posti sotto sequestro: l’autore e responsabile dell’attività di bracconaggio è stato segnalato all’autorità giudiziaria per i reati di uccellagione, uso di mezzi vietati di cattura, detenzione e cattura di specie particolarmente protette, non cacciabili e di fringillidi.

L’avifauna viva sequestrata è stata conferita al Centro di recupero fauna selvatica di Valpredina (Cenate Sopra) per la riabilitazione e la successiva liberazione man mano che i singoli esemplari, complessivamente in buone condizioni, saranno valutati idonei alla reintroduzione in ambiente naturale.