L’inglese di Renzi, cercasi nuovo asilo politico per Dante

RenziPer la giornata ProGrammatica, orgnizzata dala programma La lingua batte (Radio Tre) con il Miur e in collaborazione il Ministero Affari Esteri, l’Accademia della Crusca e l’Asli (Associazione per la Storia della Lingua italiana).

L’ultima è Dream Team. Dopo Jobs act, Spending review, italian a day, cinema day, reading, hotspot, road map, election day, scouting, etc, etc. Che bel suono, che bella musica! Sono solo alcune delle colte “rime” entrate nei componimenti poetici della magna curia mediatica di cui la punta di diamante è Lorenzi il Magnificus, grammatico erudito poliglotta e perfetto “rimatore” della scuola poetica del Dolce Stil Novo. Chissà cosa penserà Dante (dopo 750 anni dalla sua nascita) che non solo Firenze, ma anche l’Italia, è caduta in mano all’Inglese; altro che pericolo francese con Carlo di Valois! Sono tornati i Guelfi neri… Cercasi nuovo asilo politico per il padre della nostra lingua.

Intanto è stata trovata una soluzione per combattere i distruttori delle civiltà, i “monuments men”, i caschi blu della cultura invocati dal Magnificus all’Onu per difenderci dagli assalti dei barbari. Non si tratta di uno scherzo. Presto un esercito ben attrezzato con maschere anti gas entrerà in azione partendo dalla Sicilia, terra che ha partorito la scuola poetica siciliana dal ventre della magna curia di Federico II, per distruggere gli ultimi residui bellici del volgare illustre siculo e portare a termine la soluzione finale della questione linguistica e politica italiana, che proprio il Magnificus ha attuato in tempo record: in primis contro il patrimonio che ci ha consegnato il suo esule concittadino Dante Alighieri; e poi scatenando un movimento tellurico alle fondamenta della Costituzione, dalle cui lesioni gronda un fiume di sangue che si travasa dentro le scuderie del Quirinale.

E in questo glorioso esilio, va in scena la nuova esilarante commedia all’italiana. Scimmiottare gli americani e gli inglesi è diventato molto trend, è pop, è rock, soprattutto è kitsch. Come dire… so tradurre la Divina Commedia o il De Vulgari eloquentia in esperanto; oppure, apertis verbis, ego sum il Magnificus, lo Stato sono io. E’ questione di espressioni alla moda o un modo per aggredire in profondità, entrare nell’anima di quelle piccole forme di resistenza alla colonizzazione culturale? E’ come ripetere le stesse parole di Gregory nelle prime battute del Romeo e Giulietta: “That shows thee a weak slave; for the weakest goes to the wall”. Non bisogna essere degli schiavi deboli, altrimenti si va sempre al muro. Dopo il muro della guerra fredda, adesso tocca alla grammatica dei nostri pensieri andare al muro. La battaglia si è spostata nella trincea del dna delle cellule semantiche della sintassi, nel battito del cuore della parola: il totalitarismo kitsch deve scavare in profondità per estirpare l’etimologia del pensare e portare a compimento il genocidio culturale. Si sa, lo abbiamo ereditato dagli antichi, da Socrate a Platone, che il bene e il bello hanno la stessa radice e costituiscono un’unità armonica, e che cultura significa coltivare, rendere sacro il nostro campo, unire la materia con lo spirito cosmico. Questa corrispondenza l’ha vissuta anche il monaco di Nola – non so se il Magnificus che ama il Rinascimento, avrà appreso che è stato arso al rogo, quel fatidico 17 febbraio del 1600, per difendere le sue idee davanti al tribunale della Santa inquisizione e per gridare al cielo la propria libertà di pensiero. Tanto per intenderci, Giordano Bruno, che ha professato l’inscindibile unità panteistica, degli infiniti mondi, come hanno fatto tutti i partigiani che hanno lottato con il sacrificio della vita per liberare il nostro Paese dai nazisti e dai fascisti. Ma tutto ciò suona come un’eresia… absit iniuria verbo, ed è necessario agire ab imis fundamentis.

La mistificazione più sottile, più velenosa, passa attraverso questa iniezione letale: è la pena capitale trasferita dagli Stati Uniti in Italia. Allora la domanda sorge spontanea: ma questo genius loci chi lo ha partorito? Da dove è spuntato questo batterio, denominato “Xylella fastidiosa” che sta sradicando i millenari ulivi, dono della dea Athena, che dal Salento è espatriato nel Parlamento? La risposta è semplice: è stato importato dagli Usa e getta. Prima gli europei hanno sradicato anche l’anima delle civiltà precolombiane, hanno compiuto il più grande massacro che la storia dell’umanità abbia mai conosciuto, (circa 80 milioni di indigeni), trucidandoli direttamente e indirettamente (basti leggersi La conquista dell’America di Tzvetan Todorov) fino a sterminare gli indiani d’America. Adesso il nuovo continente si vendica e la nemesi compie il suo corso. Risuona drammatico ma meraviglioso, ancora il discorso di Capo Seattle quando nel 1854 si rivolge al grande Capo Bianco Franklin Pierce: “Come potete acquistare o vendere il cielo, il calore della terra? L’idea ci sembra strana. Se noi non possediamo la freschezza dell’aria, lo scintillio dell’acqua sotto il sole come e’ che voi potete acquistarli?Ogni parco di questa terra e’ sacro per il mio popolo. Ogni lucente ago di pino, ogni riva sabbiosa, ogni lembo di bruma dei boschi ombrosi, ogni radura, ogni ronzio di alberi porta con sé il ricordo dell’uomo rosso. Noi siamo una parte della terra, e la terra fa parte di noi. I fiori profumati sono i nostri fratelli, il cavallo, la grande aquila sono i nostri fratelli, la cresta rocciosa, il verde dei prati, il calore dei pony e l’uomo appartengono tutti alla stessa famiglia. Quest’acqua scintillante che scorre nei torrenti e nei fiumi non e’ solamente acqua, per noi e’ qualcosa di immensamente significativo: e’ il sangue dei nostri padri. I fiumi sono nostri fratelli, ci dissetano quando abbiamo sete. I fiumi sostengono le nostre canoe, sfamano i nostri figli (…).

La sacralità della terra e la spiritualità di un popolo disintegrati, in nome del dio denaro, “lo sterco del demonio”. Ma ancora ci sono sacche di resistenze etimologiche, poetiche ed etiche che devono essere cancellate dalla faccia della terra. Ecco che le avanguardie cercano di stanare i ribelli per piegarli e poi metterli al rogo. Tutto deve essere conforme e omologato per immettere il pensiero negli ingranaggi della catena di montaggio della grande industria mediatica e creare un prodotto perfetto per il mercato, come le arance lucidate con la cera. Ogni traccia eretica deve scomparire. Bisogna impiantare una nuova specie umana, un Ogm che possa essere manipolato dalle mani transgeniche delle multinazionali, per dare vita all’ultimo salto evolutivo del Sapiens sapiens, in Homo Florenzis (un genere di homo con spiccate tendenze all’anglomania, le cui tracce sono state rinvenute recentemente nella città gigliata). Torna alla memoria la riflessione di Michel Foucault sul ruolo del sapere come potere attraverso le squadre di antropologi che le nazioni imperialiste hanno assoldato negli ultimi decenni dell’Ottocento con le loro truppe. Conoscere per dominare, era il motto. E quale più potente schiavitù o micidiale arma se non la conquista della lingua, della parola? Per costruire scientificamente la “mutazione antropologica” (Lettere luterane, Scritti corsari, Pasolini), il veleno viene iniettato nelle coscienze in modo indolore, con la persuasione occulta, con la propaganda, con la manipolazione mediatica. Tornano ad hoc la grammatica delle parole del frate francescano Agostino Gemelli, a proposito di quei soldati che opponevano resistenza umana al massacro nella Grande guerra, a cento anni dall’entrata nel conflitto dell’Italia. Padre Gemelli, invasato guerrafondaio, che ha appoggiato le leggi razziali fasciste, arruolato come capitano medico a fianco del generale Luigi Cadorna, offre la sua personale competenza di raffinato e colto psicologo per motivare le truppe ad andare incontro alla morte senza resistenze e realizzare un condizionamento di massa. Sotto influsso dello Spirito Santo teorizza la “catechesi del cannone”, per dimostrare il fine provvidenziale ed espiatorio della guerra, fino a sostenerne il valore divino: “Ho detto che la guerra è divina. Con ciò non intendo enunciare un paradosso. Io intendo dire soltanto che l’effusione del sangue umano, per opera della guerra, nelle terribili lotte dei popoli, ha un valore speciale, per il quale esso coopera al governo divino del mondo. Lo spargimento di tanto sangue innocente è una forma di espiazione della colpa del genere umano, espiazione che ha valore di rigenerare non solo individui, ma anche le nazioni”. Questo è un vero monument man, come emerge dal suo libro Il nostro soldato, con l’impegno di raggiungere la coercizione assoluta, perché “sulla scena reale appaiono soldati che passivi non sono e con essi l’esigenza di mercanteggiare il consenso, di manipolare e ingannare le coscienze”. Sante parole diremmo noi testimoni della grande menzogna! Manipolare e ingannare le coscienze è la strategia mediatica utilizzata in questi nostri tempi dai vertici armati dei nuovi media e da quelli ausiliari per portare a termine la conquista, l’annientamento. Il sangue versato dal corpo della lingua italiana è una alta forma di espiazione per rigenerare la nostra patria, che parla una lingua morta. Lo ha affermato qualche tempo fa, il neomonarca del popolo italico – sempre lui il Magnificus – a proposito della funzione escatologica del TTIP (sigla che definisce il  Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti, inizialmente definito Zona di libero scambio transatlantica, accordo commerciale in corso di negoziato dal 2013 tra l’Unione europea e gli Stati Uniti d’America, condotto in forma strettamente segreta come il Patto di Londra di aprile 1915, con cui il governo di allora, con un colpo di Stato ha mandato al macello quasi un milione di soldati). “E’ una scelta strategica, ma soprattutto culturale” ha solennemente affermato sua altezza. In pratica, per garantire i profitti astronomici delle multinazionali si violerà la tutela delle piccole ma fondamentali economie locali e si metterà in serio pericolo la salute dei cittadini, e si distruggerà la “corda aurea” (Leggi, Platone) del De Vulgari Eloquentia; addirittura le multinazionali potranno agire contro gli Stati (incredibile!) che non avranno alcuna sovranità. Questa è la strategia non più occulta della distruzione di ogni dialetto che ha dato origine alla grammatica del nostro umano sentimento locale. Si tratta di una risorta filosofia del cannone appresa sicuramente alla scuola del padre francescano Agostino Gemelli, a cui si sarà ispirato per la Buona scuola, forse perché concepisce la cultura come una rottura, e crede che rimi con muratura, o con dittatura, o con caricatura…

Si creerà così il nuovo ordine mondiale. Tutto ha una logica: il fine è il potere che passa non solo nella comunicazione scritta e parlata, ma anche con il cibo, attraverso i corpi per condizionare e controllare anche la sopravvivenza del genere umano, per farlo espiare e renderlo redento. Michel Foucault lo aveva prefigurato negli anni ’70: siamo entrati nell’era del “biopotere”. Il potere ha smesso di essere giuridico e si esercita direttamente sulla vita, la gestisce, la potenzia, la plasma riuscendo a regolarla e a controllarla in modo sempre più capillare. Non si tratta di delirio di onnipotenza? E’ l’uomo-dio sceso dal cielo in terra a miracolo mostrare. Infatti, anche Einstein ha intuito il miracolo, con un semplice paradosso: “L’uomo ha costruito la bomba atomica, ma nessun topo ha mai pensato di costruire la propria trappola”. Sono cento anni dalla Teoria della relatività generale, e 60 dalla sua morte; ma ancora oggi qualcuno in questa terra si sente affetto da mitridatismo. Per questo cerca di avvelenare continuamente la lingua per non farla evolvere. E’ stata già avvelenata la democrazia, quella formale naturalmente, perché quella sostanziale l’hanno sperimentata Aldo Moro, Carlo Alberto dalla Chiesa, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tutti gli “eroi” che hanno osato ribellarsi al sistema-potere. Artefice di questo mutamento antropologico nelle istituzioni attuali (lo sanno anche le pietre che non è opera del Magnificus) è stato Re Giorgio VII l’italico, detto il Napolitano, incoronato dopo la morte di Giorgio VI, (l’ultimo imperatore delle Indie, morto il 6 febbraio del 1952, padre dell’attuale regina d’Inghilterra Elisabetta che da re balbuziente ha toccato il cuore dei suoi sudditi con i suoi memorabili discorsi alla radio, immortalato nel celebre filmThe King’s Speech”, Il discorso del Re.) Quanta tradizione english abbiamo importato! Anche i monarchi. Mentre la cultura mediatica raffinata, gli intellettuali di corte, si sono lasciati sedurre da tanto genio, forse perché hanno imparato a memoria la teologia del cannone e studiato in profondità “Il nostro soldato” del frate francescano che ha cantato le lodi del creato, ma non proprio come ha fatto San Francesco nel suo Cantico di Frate Sole. È possibile che il colto fondatore dell’università Cattolica abbia confuso Frate Sole con Re Sole? Di fronte al dubbio riconosciamo che l’operazione reggia di Versailles, firmata Re Giorgio VII, detto il Napolitano, si è ripetuta nelle magnifiche “performance” del boy scout. Corsi e ricorsi storici.