Limbadi, coraggioso j’accuse da parte di don Francesco Pontoriero contro i poteri criminali

Durante l’omelia in onore della madonna del Rosario, il “j’accuse” di don Francesco Pontoriero contro i poteri criminali che hanno inquinato e continuano a inquinare l’ambiente. Una forte accusa è stata rivolta alla classe politica connivente e complice che rimane indifferente di fronte a questo drammatico problema, mentre molte famiglie piangono con strazio i propri figli senza più vita, come è accaduto a Michela Brosio di San Calogero, scomparsa a soli trent’anni.

Limbadi Don Francesco e Morello

Con passione e ardore cristiano, durante l’omelia per la Solenne Messa in onore della Madonna del Rosario che si è svolta domenica nella frazione di San Nicola de Legistis, il parroco Don Francesco Pontoriero, non ha risparmiato nessuno dalla sua dura e coraggiosa accusa, rivolta soprattutto verso chi si è reso complice delle organizzazioni criminali che hanno disseminato il territorio di scorie radioattive e di altre sostanze nocive, che sono causa dei tumori che stanno decimando tante famiglie e in particolare giovani vite. Richiamandosi al vangelo e allo storico significato della festa del Rosario,  ha esortato i fedeli affinché diano valore all’autentico messaggio cristiano, manifestando coraggio e impegno nella realtà dei nostri territori, per la difesa dell’ambiente da chi lo inquina. È una condizione che non può più essere tollerata, ha spiegato, perché i casi si moltiplicano di anno in anno. Come è successo ultimamente ad una giovane ragazza di San Calogero, Michela Brosio, morta a 30 anni dopo una disperata e vana lotta, che ha costretto la famiglia al drammatico, rassegnato e scandaloso fenomeno dell’emigrazione sanitaria. Le esequie sono state celebrate venerdì scorso e lo stesso don Francesco, partecipando alle esequie, ha vissuto in prima persona lo strazio della famiglia. “Ancora una volta i genitori si ritrovano a compiangere la perdita di una figlia, con un dolore indescrivibile. Ma di fronte alla disperazione di una madre e di un padre che hanno perso una figlia, alle loro lacrime, non c’erano i politici a confortarla, ma la fede”, ha sottolineato con foga.

Non è la prima volta che le comunità del territorio si ritrovano senza i loro figli divorati dal tumore, ed è per questo che don Francesco ha voluto lanciare un durissimo “j’accuse” contro chi ha inquinato il nostro territorio, e si continua ad inquinarlo con l’indifferenza, la connivenza  e l’omertà. “La festa, le tradizioni, le processioni, la preghiera, il santo rosario – ha ammonito –  non hanno alcun valore se non si cerca di testimoniare con coraggio il vangelo, se si rimane indifferenti di fronte ai continui crimini e ai veleni che vengono disseminati dalla malvagità umana”, perché – ha proseguito con ardimento – “le scorie radioattive non sono state disseminate dal cielo, ma è la mano dell’uomo dominato dal demonio, dalla sete del denaro, che uccide i propri figli e quelli degli altri”. L’amara e sconfortata conclusione di don Francesco è che “Dio ci ha dato un paradiso e noi lo stiamo distruggendo”. Per questo il vero cristiano si deve ribellare, perché  non basta prendere la comunione, andare in chiesa, partecipare alle funzioni, ma testimoniare il vangelo senza paura. “La vera missione la dobbiamo compiere nelle nostre realtà, denunciando, difendendo il territorio sia da quei politici inquinati che da quelli che chiudono gli occhi e diventano complici di questi orrendi crimini, avendo cura della nostra casa comune, come ci ha invitato a fare papa Francesco nella sua enciclica Luadato sì” ha infine ammonito.

Alla celebrazione era presente anche il sindaco Pino Morello e parte della sua Amministrazione. Il primo cittadino intervenendo  ha elogiato l’ardore e la passione civile, etica oltre che religiosa, di don Francesco e ha ringraziato la comunità per l’accoglienza, mettendo in rilievo l’importanza, il significato e il coraggio dimostrato da don Francesco nel denunciare con forza lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo ed aver sollevato la fondamentale questione ecologica, richiamata più volte da Papa Francesco. Un modo nuovo, ha ribadito, di impegno apostolico e umanitario da parte di un giovane parroco di fronte alle problematiche che inquietano la comunità e che mettono a rischio la salute. Inoltre ha annunciato che la struttura del campetto polivalente  è stata affidata dalla Provincia al Comune e che presto, dopo sette anni di abbandono, verrà consegnato alla comunità. Il parroco ha voluto ringraziare per la presenza sia il sindaco che la giunta comunale presente alla messa e in particolare per aver risolto il problema delle barriere architettoniche all’entrata della chiesa, con la realizzazione della pedana adottando una soluzione tecnica in armonia con il contesto architettonico della chiesa.