Convegno internazionale sul pomodoro, al via la prima giornata di studi

Agrisicilia

Da sx Gianni Polizzi e Massimo Mirabella

Ha avuto inizio oggi nel PalAgrisicilia (presso il Consorzio Promoter Group) a Vittoria, il 1°International Symposium on Tomato Genetics for Mediterranean Region, organizzato dal mensile Agrisicilia. Il simposio, che ha inaugurato il primo Centro convegni in Italia dedicato all’agricoltura, ha messo a confronto ricercatori, esperti e professionisti sia italiani che esteri sui temi della genetica, della difesa fitosanitaria, della tracciabilità del pomodoro e della sicurezza alimentare.

A caratterizzare la prima giornata di studi, dopo i saluti di apertura di Massimo Mirabella direttore di Agrisicilia, sono state le relazioni dei ricercatori israeliani Haim Rabinowitch (Hebrew University of Jerusalem) e Eytan Kachel sales manager della società Philoseed, specializzata nella produzione di sementi per pomodoro, e del francese Philippe Verschave, manager della Vilmorin, azienda storica, leader in Europa nella produzione di sementi per ortaggi.

In particolare, Rabinowitch nella sua relazione, dal titolo “Red Revolution – the tomato’s future”, dopo un excursus sulla storia del pomodoro, ha illustrato gli scenari futuri per ciò che riguarda la sostenibilità delle coltivazioni di pomodoro, l’organizzazione economica sottostante, le possibilità di incrementare lo sviluppo della pianta e la qualità del frutto e l’automazione. Ricerca scientifica, migliore qualità, resa maggiore a costi minori, diversificazione e resistenza genetica alle malattie: sono queste le chiavi del successo per il pomodoro del futuro. Per questo, si prevede l’aumento delle coltivazioni in serra rispetto a quelle in pieno campo e l’aggregazione delle piccole aziende in organismi più ampi, in grado di sostenere i costi della ricerca e dell’innovazione.

Eytan Kachel, considerato il padre del ciliegino, nel suo intervento “From an idea to Innovation” ha raccontato come è nato un prodotto che ha spopolato sui mercati italiani ed europei. Dopo un confronto tra la ricerca varietale israeliana e le abitudini alimentari dei consumatori italiani, attenti al gusto, ai colori e alla bellezza estetica del prodotto, nel 1988 è stato sperimentato il “Naomi”, la prima varietà a grappolo piccolo, la cui produzione è stata avviata proprio nel sud est siciliano, con il nome di “pomodorino di Pachino”.

Nella sessione pomeridiana Philippe Verschave ha tracciato una panoramica sulla propria azienda, Vilmorin, la più antica che si conosca nel settore della vendita di sementi (oltre 270 anni). Oggi l’azienda ha 9 mila dipendenti e sedi in tutto il mondo. L’Italia, dove Vilmorin è presente da 28 anni, rappresenta il principale mercato dell’azienda per ciò che riguarda il pomodoro. Verschave ha presentato i prodotti di punta e il terreno su cui i ricercatori si stanno misurando già da alcuni anni.

Andrea Restuccia della Med Hermes, società sementiera internazionale che ha la sua sede centrale a Ragusa, ha presentato le attività del gruppo nel campo della ricerca indipendente, della produzione e commercializzazione di sementi da orto ibride professionali. L’azienda conta 41 varietà registrate in Europa, di cui 29 di pomodoro. Alcune di queste sono resistenti alle principali malattie virali veicolate da insetti come il Tylcv (nota come “mosca bianca”) di cui si parlerà nella giornata di domani. Restuccia ha presentato anche Tomato Cult, una piattaforma ispirata al mondo dei social network, attualmente dedicata al pomodoro e il cui obiettivo è mettere in comunicazione produttori e consumatori finali.