Biennale delle Memorie a Matera fra era digitale e Storia della lingua italiana

Lo ha sottolineato alla cerimonia di inaugurazione dell’Anteprima della Biennale delle Memorie, nel Palazzo ducale di Martina Franca. “Quello che unisce Matera e Martina Franca è un legame storico e culturale”. Nel suo intervento, alla presenza di Franco Ancona, sindaco di Martina Franca, Franco Gallo, presidente dell’Istituto della Enciclopedia Italiana, Luciano Violante, presidente di Italiadecide, e dell’assessore per le Attività Culturali del Comune di Martina Franca, Antonio Scialpi, il sindaco di Matera ha sottolineato, inoltre, i numerosi aspetti che sostengono la città dei Sassi Matera è stata a lungo parte integrante, e l’antropologia, trama fondamentale lungo la quale i territori pugliesi e lucani hanno rafforzato il loro percorso comune.

Il ruolo che Matera sta svolgendo, in vista dell’appuntamento storico che la attende nel 2019, quando sarà Capitale europea della Cultura, non può trascurare rapporti di alleanza civica, come sostiene Raffaello De Ruggieri, che deve essere sostenuta e rafforzata nell’ambito delle relazioni istituzionali e culturali fra territori.

Nella seconda giornata dell’Anteprima della Biennale delle Memorie, venerdì, si è parlato di apprendimento nell’era digitale e di storia della lingua italiana.

Nell’incontro del mattino, all’IIS Pentasuglia, Rosa Maria Bottino ha spiegato “Che cosa insegnare e che cosa imparare nella società digitale?”. L’incontro con gli studenti è stato aperto dai saluti del preside dell’istituto Antonio Epifania che ha spiegato il ruolo che l’informatica svolge da tempo nella preparazione scolastica e quanto importanti siano questi confronti in grado di sviluppare ulteriormente le potenzialità dei ragazzi.

L’assessore comunale alla Pubblica Istruzione, Marilena Antonicelli ha sottolineato innanzitutto il significato della Biennale delle Memorie, promossa da Italiadecide e dall’Istituto Enciclopedia italiana. “La memoria – ha aggiunto – è la civiltà per costruire il presente e pensare al futuro. Mai dimenticare che è essenziale per la civilizzazione. Il riscatto della memoria collettiva – ha concluso – meglio definisce ciò che sta accadendo a Matera con la valorizzazione del proprio patrimonio culturale”.

“Ripensare l’apprendimento nell’era digitale richiede riflessione – ha spiegato Rosa Maria Bottino, direttore istituto per le Tecnologie didattiche del Cnr che ha illustrato le 10 innovazioni più significative degli ultimi 30 anni e ha aggiunto – esistono modi informali di apprendimento anche perché il sapere è un processo. Fondamentale – ha aggiunto – è prevedere forme di educazione inclusiva e la tecnologia come risorse”.

Alla Casa Cava il sindaco Raffaello De Ruggieri è intervenuto al dibattito su “Treccani 1925-2015. La cultura degli italiani”.

“Matera ha costruito da sé le condizioni per diventare patrimonio dell’Unesco – ha esordito, aprendo i lavori – La nostra è una città carica di stimoli, una città culturale cioè un luogo che produce cultura. Siamo portatori di un vitalismo storico che non possiamo annacquare con la globalizzazione – ha aggiunto. Subito dopo è intervenuto il vice sindaco di Martina Franca, Pasquale Lasorsa che ha sottolineato: “L’impegno comune delle nostre cittadine è la traccia su cui ci dobbiamo muovere, se solo lo Stato ci aiutasse a creare reti anche attraverso i collegamenti, perché servono strumenti che rendano efficaci i nostri sforzi”.

E’ stato Armando Torno, editorialista del Corriere della Sera ad animare il confronto con Valeria della Valle, professore di linguistica italiana alla Sapienza e Massimo Bray, direttore generale dell’istituto dell’Enciclopedia italiana.

La storia della lingua italiana, le sue trasformazioni ma soprattutto il ruolo svolto nel cambiamento del Paese sono stati analizzati dai due ospiti. E’ stata Valeria Della Valle a sottolineare innanzitutto che dal 1929 ad oggi, ci sono voci nella Enciclopedia che funzionano ancora. “La lingua italiana – ha detto – è anche quella che nacque con la tv negli anni ’50 e le lezioni del maestro Manzi nell’epoca in cui Bruno Migliorini fondò il vocabolario della lingua italiana”.

Sulla memoria fra passato e futuro e sui nuovi progetti di Treccani, si è fermato invece Massimo Bray, direttore generale dell’istituto dell’Enciclopedia italiana ed ex ministro della Cultura. “Il 2017 ci porterà ad una riflessione su Martin Lutero, a 500 anni dalla sua Riforma. Treccani, poi, pubblicherà una grande opera sull’Europa e sulla devozione popolare in Italia”.

E sull’Europa è tornato per aggiungere: “Non basta dire che siamo scontenti è arrivato il momento di ripensare la cultura europea”.