Cedere la Rocchetta Mattei alla Città metropolitana di Bologna

Cedere la Rocchetta Mattei, di proprietà della Fondazione Carisbo, alla Città Metropolitana e trasformarla in un contenitore di eventi per l’intera area metropolitana: è la proposta avanzata giovedì 2 luglio dal Sindaco metropolitano Virginio Merola a conclusione della presentazione del rapporto “Dinamiche e sviluppo dell’Appennino metropolitano” aperto, proprio alla Rocchetta Mattei, dal Consigliere con delega all’Appennino e sindaco di Vergato Massimo Gnudi.

La Rocchetta Mattei, per la  singolarità che la distingue, impreziosita dal restauro filologico curato dal 2005 ad oggi dalla Fondazione Carisbo “con il coinvolgimento forte di tutto il territorio e dei Comuni della montagna – ha evidenziato il sindaco Virginio Merola – può essere il contenitore ideale per un complesso di iniziative e di eventi destinati a convergere in un’offerta di cultura e di turismo sostenibile con cui non più solo l’Appennino, ma l’intera Città metropolitana potrà presentarsi al mondo come realtà attrattiva. La Rocchetta Mattei – ha sottolineato Merola – può rappresentare il simbolo del futuro di una Città metropolitana che intende fare della pluralità la propria forza”. La proposta del sindaco è stata accolta con approvazione dalla platea di amministratori e operatori culturali, economici e del turismo presenti al convegno nella Sala dei Novanta della Rocchetta, Merola ha affermato l’intenzione di portare la proposta in Conferenza metropolitana dei Sindaci perché il “futuro si progetta solo con la condivisione di tutti”. Nel Rapporto presentato giovedì, a fronte di segnali di crescita della fragilità economica e sociale dell’Appennino, dopo oltre 5 anni di crisi, si ribadisce l’impegno della Città metropolitana a concentrare gli interventi e gli investimenti – anche attraverso l’uso dei Fondi strutturali europei di imminente destinazione da parte della Regione – sul ‘turismo sostenibile’ e, in stretta connessione con questo, da un lato sulla promozione delle filiere produttive locali, in particolare quella agroalimentare, dall’altro, su cura e tutela di un territorio di pregio, ma spesso fragile, esposto diffusamente ai rischi connessi al dissesto idrogeologico. I progetti elaborati in relazione all’Appennino, ha sottolineato Massimo Gnudi, “dovranno a pieno titolo entrare a far parte del Piano Strategico Metropolitano, che, già elaborato a partire dal 2011 su base volontaria, è ora lo strumento principale della programmazione metropolitana, e in questo senso, fra gli altri aggiornamenti, dovrà dedicare una propria sezione al tema della montagna. Il turismo in questo contesto oltre a contare sulle vocazioni tradizionali della zona, che vanno comunque potenziate e valorizzate – paesaggio, ambiente, escursionismo, produzioni tipiche, ecc. -, dovrà essere in grado di  esprimere anche un plus di offerta culturale (artistica, espositiva, musicale, teatrale, ecc.), e così di arricchire l’Appennino di una più robusta attrattività, nei confronti del pubblico nazionale e internazionale. “Partiamo dalla politica e partiamo dalla cultura” ha concluso Merola citando Jean Monnet, uno dei padri dell’Europa comune, che nel 1952 diventò il primo presidente dell’Alta Autorità della Comunità europea del carbone e dell’acciaio – 5 anni prima che il Trattato di Roma istituisse la Comunità Economica Europea – il quale già nel 1953 dichiarava: “Se oggi dovessi ricominciare, non ricomincerei da un mercato comune: partirei dalla cultura”.