In Bergamasca 13 mila macchine agricole obsolete, scatta l’obbligo di revisione

Dopo un lungo periodo di gestazione normativa e amministrativa prende avvio il processo di revisione delle macchine agricole, che in Bergamasca potrebbe interessare oltre 30.000 mezzi.

“Dopo una serie di annunci e rinvii – osserva il presidente provinciale e nazionale di Confai, Leonardo Bolis – con un decreto pubblicato lo scorso 30 giugno il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha disposto, a far data dal prossimo 31 dicembre, la revisione obbligatoria delle macchine agricole in circolazione in ragione del relativo stato di vetustà e con precedenza per quelle immatricolate antecedentemente al 1° gennaio 2009”.

“La nostra associazione è da sempre attenta al tema della sicurezza sul lavoro e le imprese agromeccaniche professionali – sottolinea il numero uno di Confai – puntano ad un costante ricambio e manutenzione del parco macchine, al fine di offrire un servizio altamente competitivo ai propri clienti agricoltori. Nondimeno, non possiamo nascondere la nostra preoccupazione per la presenza in Bergamasca di un gran numero di mezzi in condizioni tali da rischiare un esito negativo in occasione della visita di revisione”.

“Nella nostra provincia stimiamo in oltre 13.000 il numero totale di trattrici e macchine agricole ormai obsolete, di cui probabilmente un terzo dovrebbe essere prudentemente destinato alla rottamazione – puntualizza il direttore di Confai Bergamo, Enzo Cattaneo -.  Tali mezzi, detenuti in particolare da piccole e medie imprese agricole, non sono stati rinnovati principalmente a causa della crisi che ha colpito negli ultimi anni gran parte del settore primario”.

Il nuovo Piano di sviluppo rurale potrebbe rappresentare un’occasione per dare corso ad un ricambio di mezzi in agricoltura, ma permangono grosse incognite. “Il perdurante stato di criticità nei conti di molte aziende agricole – precisa Cattaneo – ci spinge a ritenere che in molti casi il cofinanziamento europeo potrebbe risultare insufficiente a stimolare le PMI agricole all’acquisto di nuove macchine”.

Alla luce di questa situazione, per molte aziende potrebbe risultare molto più conveniente optare per una dismissione totale o parziale del proprio parco macchine in vista di un più massiccio ricorso a servizi di coltivazione in conto terzi. Allo stato dei fatti, conti alla mano, anche per il mondo agricolo l’esternalizzazione costituisce un’alternativa economicamente e tecnicamente più efficiente rispetto a investimenti pluriennali eccessivamente onerosi.