Mihajlovic al timone di un grande Milan, vietato sbagliare

“Siamo qui a presentare il tecnico Mihajlovic affinché il Milan torni a scendere in campo per essere padrone del campo e padrone del giuoco. Al Milan l’anno scorso è mancata la consapevolezza delle proprie possibilità, si è adeguata agli avversari senza imporsi. Eravamo convinti di avere una rosa forte, ma abbiamo constatato che non siamo riusciti ad avere un reparto offensivo adeguato. Per questo la nostra campagna acquisti è cominciata puntando sugli attaccanti. Jackson Martinez è un affare sfumato, ma avevamo sullo stesso piano l’altro centravanti della Colombia: Bacca è titolare mentre Martinez è stato la sua riserva. Come lo chiameremo? Carlos, suona meglio. Abbiamo preso anche Luiz Adriano e Bertolacci, che siamo riusciti a strappare alla Roma”. Così Silvio Berlusconi nel giorno della presentazione del nuovo corso rossonero. “Mihajlovic ha tutte le caratteristiche per riportare il Milan ai livelli che gli spettano. Il calcio ha dei cicli, ma il nostro imperativo categorico è tornare in Champions League. Mihajlovic ritiene la rosa completa e competitiva, dobbiamo sfoltirla un po’ ma siamo ad un buon punto di partenza. Ho visto i tempi di applicazioni al lavoro di Sinisa: starà a Milanello dal mattino presto alla sera tardi. Bisogna lavorare tanto, più dei competitor, per arrivare in alto”. “Consegnamo a Mihajlovic una lista di 30 giocatori, che diventeranno forse 31. Dovremo ridurre la rosa a 25. Nella lista c’è Donnarumma, che ha 16 anni e sarà il portiere del futuro: l’ho visto una volta in porta e nessuno riusciva a fargli gol. Contiamo molto sui giovani, soprattutto su Davide Calabria, Ibiahimovic? Resta un immenso giocatore, se venisse saremmo felici”. “Organizzazione, ambiente, l’ambizione: tutto qui ti fa capire che il Milan è un top club mondiale. Ringrazio il presidente Berlusconi e Galliani per avermi scelto: è un motivo di orgoglio. Ancora più stimolante arrivarci da ex avversario. Veniamo da un paio di stagioni difficili ma ci sono tutti i presupposti per tornare a far felice i tifosi. Abbiamo preso tre giocatori considerati prime scelte: stiamo facendo una grande campagna acquisti. Non c’è in Italia un progetto più ambizioso di questo: qui si pensa in grande. In campo il nome va protetto e difeso”. Così il neo tecnico. “Ci sono stati allenatori incredibili e super vincenti. Io non ho una storia rossonera. Posso convincere i tifosi con il mio lavoro, non ho ancora senso di appartenenza. Posso però raccontare ai miei giocatori che quando giocavo contro il Milan provavo paura e rispetto. Il nostro stadio deve tornare ad essere un fortino, gli avversari devono aver paura di noi. Rosso fuoco e nero paura. Lavorare duro ed essere professionisti esemplare. Bisogna tornare ad avere fiducia e ad essere ottimisti. Tutti i tifosi, tutta la società, tutti devono essere uniti: possiamo toglierci grandi soddisfazioni”.