Si è costituito Paolo Ligresti figlio dell’ex patron di Fonsai Salvatore

Il manager si è costituito al valico di frontiera italo-elvetica di Chiasso dopo due anni di latitanza in Svizzera. A suo carico pendeva dal luglio 2013 un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per aggiotaggio e falso in bilancio in uno dei filoni dell’inchiesta Fonsai. Il Gup, pochi giorni fa, aveva disposto i domiciliari, accettando la condizione posta dallo stesso Ligresti per il suo rientro.

“E’ tornato in Italia per presentarsi nel procedimento e difendersi”, ha precisato il suo legale, l’avvocato Davide Sangiorgio. “Do il mio consenso all’estradizione verso l’Italia ma chiedo che la misura cautelare venga convertita da carcere a domiciliari”. Così Paolo Ligresti aveva fatto sapere alla Procura e al Gup, attraverso il suo legale, che si sarebbe consegnato a patto di non finire in carcere. Istanza accolta dal giudice.

Destinatario nel luglio del 2013 di un’ordinanza d’arresto insieme al padre Salvatore e alle sorelle Jonella e Giulia, ha vissuto per questi due anni in Svizzera dove ha una villa.

Per Paolo Ligresti, accusato di aggiotaggio e falso in bilancio aggravato, per i consulenti di Fonsai, Pier Giorgio Bedogni e Fulvio Gismondi, e per la stessa società, però, il Gup di Torino, il 18 marzo 2014, aveva disposto la trasmissione degli atti a Milano, accogliendo l’eccezione di incompetenza territoriale presentata dall’avvocato Sangiorgio.

Il procedimento, cosiddetto “Fonsai bis” è passato a Milano e il pm Luigi Orsi ha chiesto e ottenuto la rinnovazione della misura cautelare in carcere a carico del figlio dell’ex patron della “galassia” Fonsai, che si è reso latitante fino ad oggi. Sono rimasti, invece, a Torino i filoni processuali che vedono imputati, tra gli altri, Salvatore Ligresti e la figlia Jonella (Giulia Ligresti, invece, ha già patteggiato 2 anni e 8 mesi).

L’udienza preliminare a carico di Paolo Ligresti, ex componente del cda di Fonsai, e degli altri imputati con al centro l’accusa di aggiotaggio riprenderà mercoledì prossimo, 1 luglio. Unicredit, la Consob e circa duemila ex azionisti sono stati, intanto, ammessi come parti civili.