Milano, a Palazzo Reale esposto il costume della prima di Turandot del 1926

Fino al prossimo 19 luglio la Sala III degli Arazzi al primo piano di Palazzo Reale ospiterà un allestimento del celebre costume disegnato da Umberto Brunelleschi e indossato da Maria Jeritza per il II atto della prima americana dell’opera di Giacomo Puccini, messa in scena il 16 novembre 1926. Promossa e prodotta dal Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale e dalla Fondazione Giacomo Puccini, l’iniziativa fa parte di ExpoinCittà, il palinsesto di iniziative che accompagnerà la vita culturale della città durante il semestre dell’Esposizione Universale. L’esposizione vuole essere un omaggio alla profonda relazione tra il grande compositore lucchese e la città di Milano, dove a ventidue anni Puccini si trasferì per perfezionare i suoi studi musicali e per specializzarsi sotto la guida di Amilcare Ponchielli e Antonio Bazzini nella composizione operistica. Fu inoltre a Milano, capitale mondiale della lirica, che Puccini incontrò Giulio Ricordi, divenuto poi editore, mentore e padre del compositore. Il costume, vero e proprio pezzo unico divenuto nel tempo l’immagine mondiale dell’opera Turandot, rappresenta in sintesi l’incontro tra alcuni grandi protagonisti della lirica mondiale dei primi decenni del Novecento. “Una testimonianza di alto valore storico e artistico che ricorda come le diverse espressioni dell’arte dialoghino continuamente rafforzando il loro potenziale di bellezza e conoscenza, e innalzando il coefficiente di attrattività non solo di Palazzo Reale, già meta di migliaia di visitatori al giorno, ma della città intera”, ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno. Intorno a Turandot e al costume si intrecciano le esperienze di Umberto Brunelleschi, Maria Jeritza e gli ultimi anni della vita di Giacomo Puccini. Fu proprio Giacomo Puccini a volere Umberto Brunelleschi quale disegnatore dell’abito e scenografo di Turandot. L’artista toscano, nacque a Montemurlo nel 1879 e morì a Parigi nel 1949. Fu uno tra i disegnatori, illustratori, scenografi e pittori più celebri nella Parigi della Belle Époque. Amico di Modigliani, Soutine, Picasso, Von Dongen e Derain, lavorò per il Théatre de Paris e le Folies Bergère. Espose ininterrottamente alle Biennali di Venezia dal 1914 al 1938. Il costume rappresenta in sintesi l’eccellenza della creatività italiana ed il suo figurino per bellezza e qualità si è trasformato nel tempo nell’immagine mondiale dell’ultima opera di Puccini. Il costume è composto da un abito lungo in tessuto operato laminato color oro, decorato con applicazioni a ricamo in fili di seta policroma, paillettes e vetri colorati; da un imponente mantello in velluto di seta nera con ampie maniche, ricamato con paillettes e vetri colorati, interamente foderato in raso rosso con mantellina rigida, e da un copricapo in metallo traforato con vetri colorati. L’ingresso alla Sala è libero e gratuito.