Antimafia, i quattro candidati impresentabili pugliesi rivendicando la loro innocenza

Con i candidati definiti “impresentabili” dalla Commissione Antimafia (tre sono nelle liste che sostengono i due candidati di centrodestra, uno è nella coalizione di centrosinistra) si schierano molte delle forze politiche coinvolte. Luigi Vitali, segretario regionale di Fi, arriva a parlare di un “incivile gioco al massacro”. Il candidato governatore del centrosinistra Michele Emiliano prende atto del lavoro della commissione Antimafia sottolineando che essa “si assume la responsabilità di quello che fa”.

Il candidato Ladisa non intende ritirarsi e annuncia che denuncerà chi lo ha “diffamato o ha pubblicato notizie false”. Giovane imprenditore barese, è rinviato a giudizio per furto aggravato e tentata estorsione, per una vicenda del 2011 nata, spiega, da denunce reciproche tra la sua azienda ed un’altra per debiti non onorati.

Sull’altro fronte, annuncia denunce anche Enzo Palmisano, candidato nel centrodestra a sostegno di Francesco Schittulli (Oltre con Fitto, Ncd-Ap, FdI). Palmisano fa sapere di essere stato assolto in primo grado da tutti i reati (corruzione aggravata, associazione per delinquere, truffa aggravata) mentre per il reato prescritto di falso ideologico ha lui stesso presentato ricorso per ottenere l’assoluzione nel merito. Nella stessa coalizione rivendica la sua innocenza forte della “fiducia di Fitto e Schittulli”, anche Massimiliano Oggiano, assolto in primo grado “perché il fatto non sussiste” dalle accuse di associazione mafiosa e corruzione elettorale contestategli per una vicenda del 2007 sulla quale tra un mese si celebrerà l’appello. L’aspirante governatore Schittulli si schiera a fianco dei due candidati della sua coalizione chiedendosi: “Ma di fronte ad un’assoluzione piena da parte di un Tribunale, la presunzione di innocenza sancita dalla nostra Costituzione che fine ha fatto?”.

Anche l’altra candidata governatore del centrodestra, Adriana Poli Bortone (Fi, Noi con Salvini), difende con il segretario di Fi Vitali il suo candidato finito nella rete dell’Antimafia, Giovanni Copertino (Fi), consigliere regionale uscente. “Questa storia è solo un modo per sviare l’attenzione in questa campagna elettorale, dagli errori di Renzi”, dice Poli Bortone. Nei confronti di Copertino c’è un procedimento per corruzione aggravata (su presunte pressioni per favorire assunzioni e contratti in un ospedale di Monopoli) che è andato in prescrizione ma sul quale lui stesso ha fatto ricorso in appello per ottenere l’assoluzione piena. “Non penso di avere commesso nulla di male”.