New Conversations Vicenza Jazz, i concerti di mercoledì 13 maggio
Mercoledì 13 maggio continuano le serate della ventesima edizione del festival New Conversations – Vicenza Jazz al Teatro Comunale, con un doppio concerto (inizio alle ore 21). Nella prima parte si ascolterà un nome tra i più prestigiosi della scena internazionale, ma assai raramente di passaggio in Italia: la direttrice d’orchestra Maria Schneider eseguirà proprie composizioni alla guida della Academy Jazz Orchestra, formazione che raccoglie studenti e docenti dei conservatori di musica di Trento, Vicenza e Castelfranco Veneto. A loro si aggiungerà come solista ospite il trombettista Fabrizio Bosso.
Si tratta di una co-produzione originale in collaborazione tra New Conversations – Vicenza Jazz, Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento, Conservatorio “Bonporti” di Trento, Conservatorio “Pedrollo” di Vicenza e Conservatorio “Steffani” di Castelfranco Veneto.
Bosso sarà poi protagonista della seconda parte della serata, col suo quartetto, una delle band più dinamiche della scena italiana: Julian Oliver Mazzariello (pianoforte), Luca Alemanno (contrabbasso) e Nicola Angelucci (batteria).
La notte del festival prevede come d’abitudine ampia scelta di musica nei club. Il Jazz Cafè Trivellato al Teatro Astra propone (alle 22) la fusione spiritual jazz-funk degli Astral Travel del batterista Tommaso Cappellato, con Camilla Battaglia (voce), Piero Bittolo Bon (flauto, clarinetto basso, sax alto), Paolo Corsini (pianoforte, sintetizzatore) e Marco Privato (contrabbasso). Musica intensa anche al Bar Borsa (ore 22) con Living Coltrane, quartetto con Stefano ‘Cocco’ Cantini (sax), Francesco Maccianti (pianoforte), Ares Tavolazzi (contrabbasso) e Piero Borri (batteria).
Il festival New Conversations – Vicenza Jazz 2015 è organizzato dal Comune di Vicenza e dalla Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, in coproduzione con Aim Vicenza e Trivellato Mercedes Benz, con il contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e con il sostegno di alcuni sponsor privati.
Maria Schneider è la più importante compositrice, arrangiatrice e direttrice di big band in attività, considerando l’ormai venerabile età e la rada attività orchestrale di Carla Bley, l’unica altra donna ad essersi così notevolmente distinta nel panorama delle grandi formazioni jazzistiche. Nonostante ciò, ascoltarla in Italia è cosa assolutamente rara.
Nata a Windom (Minnesota) nel 1960, la Schneider si trasferisce a New York nel 1985, divenendo immediatamente, e sino al 1988, assistente di Gil Evans, che rimane a tutt’oggi la più evidente fonte di ispirazione del suo linguaggio orchestrale.
La formazione che assembla le forze musicali messe in campo da Vicenza Jazz e dalla rassegna Itinerari Jazz di Trento per questa co-produzione originale si aggiunge a un lungo elenco di prestigiose compagini orchestrali affidatesi alle mani della Schnider. A cavallo tra la tradizione delle big band, il jazz sperimentale e la classica contemporanea, la Schneider infatti ha potuto far ascoltare le sue composizioni per mezzo delle esecuzioni della big band di Mel Lewis e di numerose altre orchestre, sia statunitensi che europee. Ma il suo strumento ufficiale è la Maria Schneider Jazz Orchestra, fondata nel 1992 e per anni di casa al Visiones, jazz club nel Greenwich Village, dove si è esibita settimanalmente dal 1993 sino alla chiusura del locale nel 1998.
Il suo talento di autrice e l’originalità della sua musica sono stati più volte confermati da prestigiosi premi: un Grammy Award per il miglior disco jazz per grande organico (nel 2005 per Concert in the Garden), due Grammy per la migliore composizione (nel 2007 per Cerulean Skies e nel 2014 per Winter Morning Walks), oltre a diversi riconoscimenti da parte della Jazz Journalists Association e numerose affermazioni nel referendum dei critici di DownBeat (come miglior compositrice, migliore arrangiatrice e per la migliore big band).
Fresca di una collaborazione con David Bowie, per il singolo Sue (Or In A Season of Crime), la Schneider si prepara a lanciare una nuova registrazione discografica della sua orchestra: The Thompson Fields, prevista per l’aprile 2015 e realizzata grazie ad ArtistShare, il sistema di finanziamento tramite sovvenzioni degli stessi fan della musicista: una modalità produttiva della quale la Schneider è stata una pioniera.
Il quartetto di Fabrizio Bosso è puro e semplice jazz, con tutto il repertorio di virtuosismi e l’incredibile inventiva che contraddistinguono questo incontenibile solista.
Una carriera in continua e inarrestabile ascesa quella di Fabrizio Bosso, a partire dall’esordio, immediatamente sensazionale, con il disco Fast Flight (2000). Ha collaborato con i migliori jazzisti italiani (Stefano Di Battista, Paolo Fresu, Flavio Boltro), ma ormai siamo abituati ad ascoltarlo soprattutto in veste di leader: dai suoi sestetti (celebre il Latin Mood), quintetti e quartetti sino a formazioni più piccole e fortemente caratterizzate nei programmi musicali (come lo Spiritual Trio). Frequenti sono poi i suoi accostamenti ad altri musicisti di grande caratura: è il caso dei duetti con Antonello Salis, Luciano Biondini, Irio De Paula, Julian Oliver Mazzariello.
Parallelamente alla sua intensa attività jazzistica, Bosso ha sempre frequentato anche i palchi (e i dischi) del pop nazionale, usandoli come utilissimo trampolino per la sua visibilità e sempre figurando in contesti che ne hanno messo in risalto le qualità di solista: con Sergio Cammariere, Raphael Gualazzi, Mario Biondi, Nina Zilli, Nicola Conte…
Sulla scia della corrente dello spiritual jazz inaugurata da opere musicali quali A Love Supreme di John Coltrane e l’immensa produzione di Sun Ra, “Astral Travel” è un progetto in cui idea di jazz cosmico si concretizza in una fusione stilistica tra funk, afro-jazz e latin. La musica del gruppo si espande in ampi territori, abbinando alla creatività una valenza rituale. Tommaso Cappellato & Astral Travel hanno all’attivo il disco Cosm’ethic, pubblicato nel 2013 dall’etichetta inglese Jazz Re:Freshed.