100 Scialoja, dalla pittura gestuale al teatro i tanti volti dell’artista romano

“Azione e pensiero”, il sottotitolo della mostra – al Macro di via Nizza fino al 6 settembre – utilizza due parole chiave per descrivere l’artista romano e proporre una chiave di lettura della poliedrica ricerca artistica di Toti Scialoja. Partito con la poesia e il disegno, Scialoja si dedica poi al linguaggio della pittura che gli ottiene fama internazionale per approdare, infine, al teatro dove si cimenta come scenografo, costumista e drammaturgo.

In occasione del centenario della nascita, il Macro ricorda questo protagonista del Novecento italiano con una doppia mostra: 100 Scialoja. Azione e Pensiero e poi, a maggio, Gli amici di Scialoja, dedicata a Afro, Burri, Calder, Colla, de Kooning, Dorazio, Fontana, Gorky, Guston, Mafai, Mauri, Melotti, Mirko, Morandi, Motherwell, Sadun, Stradone, Twombly, Pepper, Perilli e altri, con opere sempre provenienti dalla collezione privata di Scialoja e conservate nella Casa-Museo Scialoja-Drudi, ultima abitazione dell’artista, di recente aperta al pubblico.

Per 100 Scialoja, la selezione delle opere in mostra – pittura, scenografia e grafica per l’infanzia – rispecchia la scelta metodologica e concettuale di esporre soltanto gli “Scialoja di Scialoja”, ovvero le opere provenienti dalla sua collezione personale, custodite dalla Fondazione Toti Scialoja, tra cui spiccano molti lavori mai esposti prima.

Nella Sala Enel 1 del Macro si affiancano le opere di Scialoja dei primi anni Quaranta e le ultime grandi tele inedite della fine degli anni Novanta, passando per la famosa serie delle Improntedella seconda metà degli anni Cinquanta, con l’inizio dell’avventura verso “l’Azione”, come lo stesso artista la definisce, nel periodo in cui è attratto dall’espressionismo astratto americano. Tra la metà degli anni Cinquanta e i Sessanta, infatti, Scialoja soggiorna spesso negli States dove consolida una rete di relazioni con i più importanti rappresentanti dell’informale americano, come Mark Rothko, Willem de Kooning e Robert Motherwell.

Per quanto riguarda il versante “Pensiero” di Scialoja, si privilegiano alcuni aspetti del suo percorso teatrale, con l’analisi e l’esposizione di alcuni suoi lavori di scenografo e costumista, a partire dagli anni Quaranta: in mostra per la prima volta la “Macchina a pettine”, una delle cinque originali macchine sceniche di Scialoja create per l’opera di Rosso di San Secondo,Il ratto di Proserpina, andata in scena nel 1986 per il cartellone teatrale delle “Orestiadi di Gibellina”. La macchina sarà restaurata dagli stessi artigiani di Gibellina che la realizzarono e ridipinta dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma, in un cantiere aperto allestito direttamente al Macro. Nella sezione dedicata alla scenografia vengono proposte le proiezioni di alcune puntate delle serie televisive RAI “Le fiabe dell’albero” (1974) e “Fantaghirò” (1975) e un documentario su Scialoja realizzato per l’occasione dall’Accademia di Belle Arti di Roma.

Ampio spazio è riservato al tema della scrittura e della grafica per l’infanzia: filastrocche e illustrazioni dell’artista dedicate ai bambini tratte dalle quattro pubblicazioni realizzate negli anni ‘70 (Amato topino caro, La zanzara senza zeta, Una vespa! che spavento, Ghiro ghiro tonto) sono messi a confronto con la scrittura e il non-sense dello stesso Scialoja.

Numerose le attività collaterali e le iniziative didattiche a cura dell’Accademia di Belle Arti e dell’ufficio didattica del museo: incontri-spettacoli, visite guidate e laboratori per le scuole, dalle elementari alle superiori. Sono previsti inoltre due progetti sperimentali dedicati a persone con disabilità: il primo, dedicato ai non vedenti propone nuove modalità di lettura di alcune opere pittoriche di Toti Scialoja, attraverso prototipi utili all’esplorazione tattile; il secondo progetto si rivolge agli studenti dell’Istituto Statale per Sordi di via Nomentana, con laboratori lavorano sulle poesie per l’infanzia dell’artista e sui giochi di parole per favorire le abilità linguistiche nei bambini.

La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura e al Turismo – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, dall’Accademia di Belle Arti di Roma e dalla Fondazione Toti Scialoja.