Julia per Genova. Una mostra da leggere

julia per genovaAl Museo di Sant’Agostino sono esposte le tavole del numero di febbraio del celebre albo della Sergio Bonelli Editore, ideato dal genovese Giancarlo Berardi. La storia è stata ambientata tra lanterna e caruggi: un omaggio di uno dei più noti autori italiani di fumetti alla propria città.

Una criminologa americana in vacanza a Genova rimane coinvolta in una rischiosa indagine tra i caruggi. È La Superba: il numero di febbraio di Julia, mensile della Sergio Bonelli Editore, ideato dal genovese Giancarlo Berardi. Fino al 3  maggio le 126 tavole che compongono la storia sono esposte tra le navate della chiesa del Museo di Sant’Agostino, per una mostra da leggere oltre che da guardare.

Il Museo di Sant’Agostino racconta con le opere d’arte custodite la storia della città dal Medioevo al sec. XVIII. Accogliere questa mostra incentrata sul numero di “Julia” che si svolge a Genova – e pensato dagli sceneggiatori come un “risarcimento” dell’immagine della città dopo gli eventi dell’ultima alluvione – significa per il Museo rimanere nel solco della narrazione, in questo caso contemporanea, dei fatti, dei problemi e delle bellezze della città. E’ inoltre un’occasione per mostrare ai visitatori lo straordinario spazio della ex chiesa, con le sue volte gotiche e il patrimonio artistico ancora in essa presente. Nata dalla fantasia di Giancarlo Berardi, Julia Kendall è una criminologa che vive e lavora a Garden City, vicino a New York. Insegna, come assistente, all’università locale e presta la propria consulenza a personaggi pubblici o a semplici cittadini. Nella maggior parte dei casi, riceve un incarico di lavoro direttamente dalla procura distrettuale e collabora con la polizia. Il suo metodo di indagine si basa sulle conoscenze scientifiche e, soprattutto, su un istinto personale: una straordinaria sensibilità che le permette d’immedesimarsi emotivamente nel criminale e quindi di prevenirne le mosse. I casi che la interessano riguardano la psicopatologia criminale, i binomi sesso-delinquenza e droga-delinquenza, gli omicidi efferati, il proliferare dei serial killer, il fenomeno della delinquenza giovanile. Il suo intento è naturalmente quello di assicurare i colpevoli alla giustizia, ma soprattutto di capire – capire, non giustificare – le profonde pulsioni che li hanno spinti ad agire. Se esistesse la categoria, si potrebbe definire una Indagatrice dell’Animo. Giancarlo Berardi, nato a Genova il 15 novembre 1949, debutta nel fumetto collaborando, tra l’altro, alle serie di “Tarzan”, “Silvestro” e “Diabolik”. Dopo la laurea, si dedica completamente ai comics e realizza testi per “Il Piccolo Ranger”, e le storie “Terra maledetta” e “Wyatt Doyle”, pubblicate sulla “Collana Rodeo”.”Tiki”, la sua prima serie in tandem con il disegnatore Ivo Milazzo, è del 1976, seguita, nel 1977, da Ken Parker, il suo personaggio di maggior successo, esportato in tredici Paesi nel mondo. Dello stesso anno è “Welcome to Springville”, a cui partecipa anche il disegnatore Renzo Calegari. Seguono poi “L’Uomo delle Filippine” e il detective Marvin. Nel 1986 sceneggia alcuni episodi di “Sherlock Holmes”, illustrati da Giorgio Trevisan. Quindi scrive “Oklahoma!”, una storia fuori-serie di Tex, un episodio di Nick Raider (il numero 18: “Mosaico per un delitto”) e i racconti brevi raccolti in “Fantasticheria” e “Luci e ombre”. Dopo aver dato l’avvio a “Tom’s Bar” e a “Giuli Bai & Co.”, nel 1989, è tra i fondatori della Parker Editore che, oltre a ristampare i vecchi episodi del personaggio, ne produce di nuovi per “Ken Parker Magazine”. La stessa formula viene continuata dalla Sergio Bonelli Editore fino al 1996; dopodiché la serie torna al formato «bonelliano», con cadenza semestrale, e chiude nel gennaio 1998. Dall’ottobre dello stesso anno, Berardi è autore e curatore di Julia, mensile della Sergio Bonelli Editore. Tra i numerosissimi riconoscimenti assegnatigli, si ricordano il Premio Oesterheld, il Premio Internacional Barcelona de Comics, l’Haxtur e lo Yellow Kid.