Sel Basilicata su vicenda assunzioni alla Fiat Sata di Melfi

“Quello che sta accadendo in queste ore rappresenta una vergogna inaccettabile! Il senso di responsabilità cui si richiamano personaggi politici e pseudo-rappresentanti sindacali di ogni risma è incompatibile con la propaganda. La sofferenza dei lucani e di interi pezzi di società, non solo lucana, non può sopportare oltre gli slogan di chi parla di successi strabilianti, utilizzandoli come arma contundente e strumento becero di propaganda politica. Nessuna persona dotata di buon senso può immaginare di dare una rappresentazione farsesca degli avversari politici. Così come nessuno sano di mente potrebbe mai essere scontento del rilancio della produzione”. Lo dichiarano in una nota Maria Murante (coordinatrice regionale), Mario Basilio (coordinatore provinciale di Potenza), Eligio Iannuzziello (coordinatore provinciale di Matera) di Sinistra Ecologia Libertà. “Sono almeno 5 anni – proseguono – che la propaganda la fa da padrona. Nel 2010 Marchionne annunciava (con tanto di pubblicità televisiva) 20 miliardi di investimento e 6 milioni di vetture, almeno 1 milione e 400 mila delle quali in Italia. Niente più cassa integrazione. Riassorbimento di tutti gli operai e nuove assunzioni. Due anni dopo “fabbrica Italia” e le sue “magnifiche sorti e progressive” non c’erano più, Marchionne ne annunciava l’inesistenza e precisava che i piani di investimento erano oggetto di costante revisione. Nel frattempo, licenziamenti, chiusure di stabilimenti e ulteriore cassa integrazione. Solo la parte responsabile del Paese non gli scendiletto e i lacchè misero in guardia sulla inverosimiglianza di un tale piano che presupponeva unicamente la riduzione dei diritti. Solo la Fiom e la sinistra, Sel compresa, ne evidenziarono i limiti e si scagliarono contro la propaganda fine a se stessa. Si potrebbe dire oggi che proprio grazie a tali obiezioni e al sano realismo di quegli “oppositori” (dipinti anche allora come irresponsabili dai guitti di ieri e di oggi) si riparte da un rilancio degli investimenti. Tuttavia, mettiamo in guardia dai facili trionfalismi e dalla propaganda sterile. Le annunciate assunzioni non riassorbono neppure (ad esempio) i mancati rinnovi dei contratti interinali di due anni fa. Le condizioni lavorative e la compressione dei diritti rischiano di essere proibitive per un lavoro che possa dirsi tale. Chi intende “far politica” e campagna elettorale sul ricatto stabile e sulla promessa di assunzioni generalizzate è proprio chi richiama a una divisione tra sindacati responsabili e non, che prelude a una divisione progressiva dei lavoratori e del Paese. La drammaticità della crisi – concludono i segretari di Sel – non può far consentire il lusso di continuare a ragionare come se “le pizzerie e i ristoranti siano pieni”. Ci auguriamo un rilancio effettivo e stabile della produzione e condizioni di lavoro che rispettino la dignità dei lavoratori e delle persone”.