Pisa, un motore per la riabilitazione post ictus
Da oggi gli effetti dell’ictus si possono curare anche da casa, facendo riabilitazione grazie a un robot portatile, collegato al fisioterapista via internet, e pronto alla commercializzazione sui mercati internazionali. Sviluppato in Italia da Humanware, azienda pisana, spin off della Scuola Superiore Sant’Anna, in collaborazione con il Laboratorio di robotica percettiva dell’Istituto Tecip (Tecnologie della Comunicazione, dell’Informazione, della Percezione) della stessa Scuola Superiore Sant’Anna, il robot è già utilizzato in fase sperimentale al centro di riabilitazioneAuxilium Vitae di Volterra e all’Ospedale di Cisanello, a Pisa. Il sistema robotico è stato ribattezzato Motore e mette a disposizione di clinici e di fisioterapisti un nuovo strumento per il recupero e per la valutazione funzionale dell’arto superiore in pazienti che hanno subito traumi di carattere neurologico.
Sono gli stessi pazienti a eseguire le attività di riabilitazione attraverso giochi divertenti e stimolanti che coinvolgono sensi come tatto, vista, udito per facilitare il recupero: il robot è in grado di supportare i pazienti, aiutandoli nell’esercitare le forze necessarie e nel mantenere traiettorie fluide ed efficaci, per ottenere il massimo dalla riabilitazione. Motore è molto più piccolo e leggero rispetto ai sistemi sul mercato: ha dimensioni tali da poter essere posizionato su una scrivania, dove è capace di muoversi su ruote ed è collegato senza fili a un pc, attraverso il quale il paziente esegue gli esercizi come se si trattasse di un coinvolgente videogioco. Motore misura con esattezza forza e movimenti, valutando in maniera precisa i progressi ottenuti grazie alla terapia. Il recupero funzionale vuole aumentare l’indipendenza dei pazienti soggetti a deficit di carattere neuromotorio, conseguenza di un ictus o di un trauma cranico. Grazie a Motore i pazienti non hanno bisogno di una figura di supporto, quindi un solo terapista è in grado di supervisionare più persone allo stesso tempo. Questa opzione potrebbe generare unaforte riduzione di spesa a carico del sistema sanitario: con un dispositivo del genere a parità di numero di operatori, è possibile garantire una maggiore quantità di terapia ai pazienti o curarli per un periodo più lungo, a parità di costo.
Come sottolinea Andrea Scoglio, responsabile di Humanware e uno dei ricercatori più coinvolti nel progetto per conto dell’azienda spin off, «l’aspetto peculiare di Motore, dal punto di vista clinico, è la volontarietà richiesta al paziente, aiutato soltanto se mostra l’intenzione di eseguire l’esercizio; questo aspetto è molto importante, trattandosi di una riabilitazione che coinvolge il sistema nervoso centrale. Inoltre, è stata fornita risposta a un’esigenza avvertita da tempo e cioè poter lavorare con un sistema tecnologico semplice da usare e da proporre al paziente, in grado di fornire risposte esaustive sotto l’aspetto terapeutico, senza dover ricorrere a dispositivi complessi e particolarmente costosi. Il sistema testimonia il bisogno del settore di offrire – conclude – tecnologia sempre meno invasiva e meno costosa.»
«Motore – aggiunge Carlo Alberto Avizzano, coordinatore del Laboratorio di robotica percettiva della Scuola Superiore Sant’Anna – è un sistema leggero e compatto, eppure è dotato delle stesse caratteristiche di dispositivi più ingombranti e complessi. Questo sistema materializza lo sforzo e le esperienze maturate nel corso di anni di ricerca presso l’Istituto Tecip della Scuola superiore Sant’Anna in un prodotto innovativo, che potrà rivelarsi presto in tutte le sue utilità, non soltanto economiche ma anche sociali.»
Il dispositivo robotico, presentato ad alcune fiere del settore biomedicale, ha suscitato molto interesse tanto cheHumanware ha stipulato un accordo con un’azienda svizzera per la commercializzazione su scala mondiale dai primi mesi del 2015.