Comune di Muro Lucano su incontro questione petrolio

“Un osservatorio ambientale, nel quale oltre agli enti locali possano entrare a far parte i cittadini di tutte le comunità interessate. E’ la richiesta che i comitati cittadini contrari alle estrazioni petrolifere hanno avanzato ai sindaci in occasione dell’incontro tenutosi lo scorso sabato in una sala consiliare gremita di cittadini ma non di sindaci o loro rappresentanti. I comitati infatti, su tutti “Un Muro contro il petrolio”, – spiega un comunicato del Comune di Muro Lucano – avevano inoltrato l’invito a ventisei comuni potenzialmente interessati ma all’appello hanno risposto solo in sette. Presenti i sindaci di Muro Lucano, Bella, Castelgrande, Picerno, Rionero, Savoia e Sant’Angelo le Fratte. Ad aprire i lavori, il sindaco Mariani che ha subito precisato: “insieme combatteremo questa battaglia a difesa del territorio”. L’attenzione però – aggiunge la nota del Comune di Muro Lucano – è stata tutta per l’ospite d’onore, la professoressa di geologia Albina Colella dell’università degli studi della Basilicata. La docente ordinaria, dopo aver proiettato un video relativo a precedenti tentativi di estrazione nella zona di San Fele, area inspiegabilmente abbandonata dopo la fine dei lavori, ha illustrato i processi di estrazione di un giacimento petrolifero oltre alla sua composizione. La Albini, ha sottolineato come “è in corso una aggressione petrolifera sulla Basilicata, oggetto di un tentativo di raddoppio delle estrazioni. Dobbiamo concentrarci sul quesito petrolio dove e come e non si o no. Ogni sindaco ha fornito interessanti spunti di riflessione, a partire dal Senatore Placido (Rionero): “vi è stato uno spreco di denaro e un parallelo fenomeno d’emigrazione, soprattutto giovanile, senza sosta. E’ stato un errore non impugnare l’articolo 38 così come altre regioni hanno fatto”. Il sindaco di Picerno Lettieri, ha posto l’accento sulla questione del made in Basilicata: “sono preoccupato. L’agroalimentare può essere uno strumento di rafforzamento per dire no e potenziare finalmente la rete e l’intero sistema”. La platea segue con grande attenzione e si scalda durante l’intervento dell’ingegner De Angelis che evidenzia: “è grave che gli altri sindaci non abbiano partecipato a questo incontro perché sono i tutori della difesa dei diritti dei cittadini”. La discussione ha toccato ovviamente l’ampia esperienza in tema di petrolio che vede protagonista la Basilicata. Non poteva quindi mancare un riferimento alla situazione in Val d’Agri, con il Sindaco Mariani che nel riprendere la parola, ha fatto ricorso ai numeri: “non dimentichiamo che in quella zona sono andate via oltre 4600 persone che nei numeri della nostra regione vuol dire che un paese intero è scomparso. Chiediamoci quindi quali siano effettivamente i benefici e la ricchezza derivanti dal petrolio”. A fare eco a Mariani, il sindaco di Sant’Angelo Le Fratte: “prima del petrolio, la Val d’Agri era terra di agricoltura e turismo”. Il dato che ha sconcertato tutti, è stato quello esplicato dalla Professoressa Colella, che ha mostrato un grafico dal quale si evinceva come la diffusione dei tumori in Italia sia in calo. La Basilicata però è in controtendenza col trend nazionale visto che paradossalmente qui sembra essere in crescita. E proprio a difesa del territorio e della salute dei cittadini, Carmine Sarcinella di “Un Muro contro il petrolio” a nome dei vari comitati ha rivolto un invito ai sindaci: “avere due pozzi sterili, abbandonati, di alta montagna, uno dei 2 imploso, significava avere la necessità di monitoraggio costante, di coinvolgimento delle popolazioni. Noi faremo la nostra parte, faremo fronte comune. I sindaci però ci stiano vicino in questo percorso, abbiamo bisogno di loro”. Una tesi rafforzata dall’intervento del consigliere murese Teresa Zaccardo: “è importante deliberare in consiglio comunale le ragioni del no. La costituzione dell’osservatorio ambientale del Marmo Melandro è un atto dovuto a questa comunità”. Quattro ore di discussione ma il messaggio al termine dell’incontro è certamente stato “non finisce qui”.