Fevelâ cul mont, Parlare col mondo, Talking to the world

Sabato 13 dicembre, al Centro Diurno Punto Zero (via Pescopagano 6) di San Vito al Tagliamento, alle ore 11.30, si presenta l’ultimo lavoro editoriale di Silvana Schiavi Fachin, una della massime esperte italiane nel campo della didattica plurilingue. La pubblicazione “Fevelâ cul mont, Parlare col mondo, Talking to the world”, edita da Futura Edizioni e realizzata completamente in Italia, ha ricevuto il sostegno di ARLeF (Agenzia regionale per la lingua friulana) ed ha un bel sottotitolo: “La lingua è musica”.

“Si tratta di uno strumento didattico di promozione a un’educazione pluriculturale e interculturale come base di un’educazione plurilingue – sottolinea il presidente di ARLeF, Lorenzo Fabbro -; per aiutare i bambini e i ragazzi delle nostre scuole a crescere senza pregiudizi e stereotipi, ma anche orgogliosi dei valori alti della loro tradizione storica e culturale”.

“Fevelâ cul mont, Parlare col mondo, Talking to the world” è un nuovo progetto della Collana “99 domande” in forma di contenitore, di scatola, contenente 99 carte-gioco con altrettante parole disegnate dai ragazzi del Centro Diurno Punto Zero con la collaborazione dell’illustratrice Patrizia Geremia. Le parole, i proverbi, le canzoni, sono declinati in 15 lingue e, il giorno della presentazione, un gruppo di 20 bambini simulerà un’esperienza in diretta dell’uso del gioco, in compagnia dell’autrice. L’obiettivo didattico è quello di portare i bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria, in maniera divertente, alla graduale scoperta delle analogie e delle differenze che esistono tra le diverse visioni del mondo, i diversi comportamenti, credenze e opinioni dei popoli della Terra e a cogliere le corrispondenze o le divergenze esistenti tra gli elementi lessicali che le lingue utilizzano per esprimere la diversità culturale e di pensiero. L’uso didattico del gioco può partire dai disegni per scoprire ciò che i bambini già sanno sugli oggetti o sulle illustrazioni lasciando che essi si esprimano nella lingua che conoscono meglio: in friulano o in italiano, ma pure nelle altre lingue che usano a casa (a esempio un dialetto locale o di un’altra regione, un’altra lingua del territorio come lo sloveno o il tedesco) o una delle lingue proprie della recente immigrazione (l’albanese, il croato, il romeno).