Dal Parco Nazionale della Majella una speranza per il futuro dell’orso marsicano

Ciò che giunge dal Parco Nazionale della Majella non è soltanto una buona notizia ma un punto di svolta storico per la tutela dell’orso. Una femmina di orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus) con due piccoli nati nell’anno è stata avvistata nei giorni scorsi nel cuore dell’area protetta dal biologo del Parco, Antonio Antonucci, che dichiara di essersi subito attivato per raccogliere campioni di pelo da sottoporre ad analisi genetica per identificare la femmina e acquisire maggiori informazioni riguardo i suoi spostamenti e la sua storia. La frequentazione di esemplari di orso nel Parco Nazionale della Majella è stata documentata in modo continuativo sin dall’anno di istituzione, attraverso il ritrovamento di diversi segni di presenza e avvistamenti diretti, anche di femmine con piccoli, ma mai è stato possibile confermare il dato. Nel 2013 l’orsa Peppina, ripetutamente avvistata nel Parco Majella e nella Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio insieme ad un maschio adulto nel periodo degli accoppiamenti, aveva fatto ben sperare lasciando i biologi con il fiato sospeso per tutto l’inverno in attesa della buona notizia. Anche nel 2014 è stata vista più volte ma purtroppo sempre da sola. Nei giorni scorsi è arrivata questa sorprendente, fondamentale notizia che dona una speranza per il futuro dell’orso. Purtroppo la presenza di un’unica popolazione di ridotte dimensioni nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise espone questa specie, unica al mondo e presente solo nella nostra regione, a numerosi rischi che potrebbero determinarne l’estinzione anche in tempi brevi. La necessità di favorire l’espansione della popolazione dal parco storico alle aree esterne è considerata un’azione prioritaria per la salvaguardia dell’orso ormai da anni e, soprattutto, dal 2009 quando tutte le azioni di tutela necessarie sono state messe nero su bianco nel Piano per la Tutela dell’Orso Marsicano (PATOM), sottoscritto dal Ministero dell’Ambiente per la Tutela del Territorio e del Mare, dalle Regioni e altri Enti e Associazioni coinvolti nel progetto. “Attualmente – sostiene il direttore del Parco Oremo Di Nino – la naturale espansione della popolazione dal Parco d’Abruzzo verso l’esterno è, da un lato favorita dalla presenza di aree idonee e protette e, dall’altro, limitata da diversi fattori, primo fra tutti l’elevata mortalità per causa dell’uomo, limitando le capacità di crescita numerica di questa popolazione. In questo contesto, la presenza certa di una femmina con piccoli nel cuore del Parco Nazionale della Majella lontano dai confini con il Parco d’Abruzzo, è un segnale estremamente positivo e il risultato di un processo di espansione in atto da diversi anni. Le femmine, infatti, al contrario dei maschi sono meno propense a esplorare e abbandonare le aree di nascita per “colonizzare” nuovi territori e, anche quando ciò accade, è difficile che la femmina decida di utilizzare il nuovo territorio per riprodursi immediatamente dopo il suo arrivo”. Questa buona notizia è un risultato importante poiché è un evento che difficilmente si sarebbe verificato senza l’istituzione delle aree protette, grazie alle quali negli ultimi vent’anni è stato possibile gestire il territorio in modo diverso, conservarlo e proteggerlo. Nello stesso tempo è, anche, un punto di partenza che impone, eticamente e deontologicamente, la messa in atto e la prosecuzione di piani di conservazione mirati ed efficaci. La tutela di questa femmina e del suo potenziale riproduttivo dovrà rappresentare una priorità per il Parco Majella e per tutti gli Enti preposti alla salvaguardia dell’orso e alla gestione del territorio. In aggiunta, sebbene alcune importanti misure di conservazione siano state messe in campo negli anni passati, sono ancora molte le azioni da intraprendere. Due tra tutte meritano un’attenzione prioritaria: la riduzione della mortalità, anche attraverso la repressione degli atti di bracconaggio e, molto importante, l’istituzione di aree contigue alle aree protette finalizzata alla creazione di un continuum territoriale atto a favorire l’espansione dell’areale dell’orso. Grazie al coraggio di una femmina di orso bruno marsicano si sono riaccese le speranze di salvare questa sottospecie, ora sta a tutti noi fare la nostra parte lavorando affinchè, in futuro, la presenza di femmine con piccoli fuori dal PNALM sia una notizia tutt’altro che rara.