Milano, Robinho indagato con l’accusa di violenze sessuale di gruppo

Nei guai l’ex attaccante del Milan da qualche mese tornato a giocare in Brasile nel Santos. Avrebbe commesso uno stupro di gruppo insieme ad alcuni amici, ai danni di una ragazza brasiliana di 18 anni, dopo una serata trascorsa in un ristorante a Milano.

L’ex giocatore rossonero nei mesi scorsi è stato anche interrogato dai pm di Milano e si è difeso dalle accuse. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Pietro Forno e dal pm Alessia Miele e condotta dalla Squadra mobile di Milano, è nata dalla denuncia della giovane che nel 2013 aveva incontrato Robinho, che era in compagnia di alcuni amici e inizialmente anche di sua moglie, poi da lui riaccompagnata a casa, in un locale milanese.

Sempre stando alla denuncia della giovane presentata alla polizia solo alcuni mesi dopo rispetto ai fatti, quella serata si sarebbe conclusa con una violenza sessuale di gruppo ai suoi danni. Gli inquirenti hanno raccolto la versione della giovane e prima dell’estate scorsa hanno anche sentito a verbale l’ex attaccante rossonero che si è difeso. La Procura, tra l’altro, nei mesi scorsi aveva anche chiesto l’arresto per Robinho nel frattempo ceduto dal Milan e tornato in Brasile, ma il gip Alessandra Simion ha bocciato la richiesta di custodia cautelare.

Il giudice nel negare l’arresto ha sottolineato che non c’erano le esigenze cautelari per giustificare la misura, né il pericolo di reiterazione del reato, né quello di fuga, né, in particolare, quello di inquinamento probatorio. E’ passato, infatti, circa un anno e mezzo tra i fatti contestati al calciatore e la richiesta di arresto.

Robinho, tra l’altro, nel 2009 quando giocava nel Manchester City era stato già arrestato per un altro presunto stupro e poi era stato prosciolto.